Il 1991 è l'anno dell' uscita di un nuovo capolavoro dei Metallica, The Black Album : "l'album nero" chiamato così per la caratteristica copertina in cui è solo minimamente visibile la solita scritta MetallicA e un serpente le cui interpretzioni sono molteplici. L'album si apre con un capolavoro, "Enter Sandman" il cui stile descrive complessivamente tutto il nuovo lavoro di Hetfield e compagni, decisamente meno trash degli album precedenti  come "...And Justice For All" ma  ugualmente energetico nonostante la grande ricerca di melodia. Segue quindi un altro pezzo che ormai è divenuto un classico della band: "Sad But True" dal testo accattivante, accentuato ancor più dalla mostruosa distorsione di Hammet e Hetfield, che nonostante il ritmo sia abbastanza blando, conferiscono alla canzone una cattiveria assoluta; da questi primi due pezzi emergono nuovi aspetti della musica dei Metallica: sicuramente essi sembrano avere abbandonato, da un certo lato, il genere di musica che li eveva resi famosi, con chitarre distorte l limite dell'udibile e batteria sostenuta a ritmi infernali, intraprendendo un nuovo gener più Rock n' Roll; da un altro punto di vista The Black Album sancisce un'evoluzione per quanto riguarda la voce dello stesso James Hetfield, che assume un tono meno cattivo e decisamente più melodico, quasi come se si adattasse alla nuova strada intrapresa dai Metallica nella realizzazione del nuovo capolavoro, per nulla inferiore al masterpiece "Master Of Puppets", ma semplicemente diverso ed egualmente, a suo modo, geniale. Nel brano seguente si può notare la coerenza della band con "Holier Than You" che fa da ponte tra lo stile precedente suddetto e il nuovo, infatti in questo pezzo cogliamo sia sfumature di Master e Justice, sia una nuova melodia rinnovata, accompagnata da una batteria sicuramente meno apprezzabile del vecchio stile di accompagnamento. "The Unforgiven" è invece un altro capolavoro che ha un pizzico di ballata irlandese, influenze di rock n' roll, e molto Metallica, sicuramente l'ingrediente principale, e serve a placare gli animi data la tranquillità e la melodia del pezzo. Subito tornano in scena i veri Metallica con "Wherever I May Roam", "Don't Tread On Me" e "Though The Never" ricchi di energia e velocità, ma subito i "4 Horsemen" riaddormentano il ritmo del CD con il vero protagonista, il pezzo "Nothing Else Matters" un pezzo indescrivibile  per bellezza e genialità, in cui ogni singola nota è al posto giusto e la melodica nuova voce di Hetfield è letteralmente perfetta, proprio questa canzone, è forse considearata il pezzo più bello dei Metallica degli ultimi 20-25 anni, ed io, di fronte a tanta perfezione non posso che essere d'accordo. Dopo N.E.M. la band  cercano subito di ritornare in toni trash con un altro gran pezzo: "Of Wolf And Man", molto duro, tipicamente trash e molto Ulrich, Hetfield, Newstead e Hammet. Si passa poi a "God That Failed" e "My Friend Of Misery" in cui Hetfield e Hammet si sbizzarriscono in assoli veramente azzeccatssimi, accompagnati da tetre melodie ripetute ma mai stancanti. Chiude quindi l'album "The Struggle Within" che potrebbe benissimo essere un pezzo di Master Of Puppets, dato che in questa canzone più che in ogni altra si rivedono i vecchi Metallca e credo che non sia stata messa per ultima a caso.

E' sicuramente un grande album che merita di essere ricordato e che influenzerà anche tutto lo stile successivo di Ulrich & co. anche se non ne verranno fuori certo di capolavori, che infangheranno il nome dei Metallica. Per quanto mi riguarda, questo è l'ultimo garnde album della band, anche se alle orecchie di batteristi come me, magari gli accompagnamenti di Lars Ulrich, non risultano eccezionali tecnicamente parlando, ma comunque adatti al genere di musica.  

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