Innanzitutto rispondo ai tanti che mi hanno criticato per aver recensito un singolo (il precedente sempre dei Metallica) anzichè un album intero. Ne capisco le motivazioni, dopo aver letto i tanti commenti alla mia recensione, ma non le condivido. Se entri in un sistema devi saperlo condividere ed accettare. Le regole del sito parlano chiaro, dunque "pacta sunt servanda". Se mi si da la possiblità di recensire una singola traccia di un album dunque, perchè dovrei sentirmi in difetto se ho voglia di recensire una canzone? Inoltre l'attuale moda di quasi tutte le grandi band di far uscire non più un solo singolo, ma ben 2 singoli prima dell'uscita dell'album (lo stanno facendo quasi tutti!), fa si che con 2 singoli si abbia qualche certezza in più per fornire giudizi che non credo si potranno poi discostare molto all'uscita il 12 settembre del nono cd dei Metallica in studio. Secondariamente, molto spesso coloro che criticano quando si recensisce un singolo, sono poi gli stessi che se uno recensisce tutte le 10 e più canzoni di un album, si lamentano per l'eccessiva prolissità dello scrittore. Forse il potersi concetrare nell'analisi di un singolo pezzo, rende più giustizia al proprio compositore, anzichè doversi dilungare in analisi troppo lunghe che non possono che risultare faraginose? Pensateci.

Venendo a questo secondo singolo uscito oggi dei Metallica, (che seguo dall'uscita di "Kill'em all" nel lontano 1982, e di cui fui in giovane età un fervido ed attivo fan sempre presente ad ogni loro concerto in Italia), devo dire che tanto avevo parlato male del precedente, tanto devo parlare bene del presente "MY APOCLYPSE". E' un pezzo thrash, finalmente, con un bel tiro. Ricorda in effetti le canzoni dell'ultimo (brutto) lavoro dei "Tallica" St.Anger, con l'enorme differenza però di essere stato prodotto, mi pare di poter dire, molto bene. I suoni sono rotondi, le chitarre distorte non raggiungono le vette dei suoni del "Black Album" o di "Master", ma sono molto più pulite che negli ultimi 3 album. La batteria finalmente è tornata ad avere la retina sotto i rullanti, e quindi quel fastidioso effetto eco presente su tutti i pezzi di "St.Anger" è svanito. La voce di Hetfield in questo pezzo veloce mi risulta di gran lunga più piacevole che nel precedente, pur restando che non è mai stato un virtuoso del bel canto. Unica pecca (ma tipico di tutta la produzione dei Metallica), si sente troppo poco il basso! Ed è un vero peccato perchè si intuisce che Trujilio (ex Suicidal Tendencies) faccia un gran lavoro là dietro nascosto dientro agli ampli.

Intendiamoci, non siamo di fronte ad un pezzo capolavoro del metal, i tempi in cui si faceva "ricerca", e si invetava sul serio un nuovo genere musicale nella Bay Area di S.Francisco, sono lontani e non torneranno mai più. Si sta parlando comunque di un settore del rock dove è stato veramente già scritto tutto. Un bel pezzo thrash è dunque a mio avviso, una canzone senza troppe pretese. E' una frustata che riesce a dare delle emozioni forti. Riesce a farti fare head-banging, riesce a farti venire voglia di pogare, riesce a farti apprezzare il lavoro manuale dei musicisti nel riuscire a fornire una discreta qualità tecninca, pur suonando a velocità tali da non potersi dedicare a virtuosismi che necessitano di tempi più lenti e di atmosfere più tranquille. Ebbene questo è un buon pezzo metal a mio giudizio, perchè riesce a rispondere a queste richieste. Riesce a far dire al vecchio fan "cazzo però, suonano ancora" e al neofita, "madonna come pestano questi". Sin dall'attacco del pezzo, la ritmica di Hetfield riesce a trattorare come una mitraglia, intervallata dai riffs di Hammet. La batteria di Ulrich suona come una gola profonda, e gli accenti sui piatti sono sottolineati da botte di pollice sul basso. Poi la batteria parte a martellare di rullante (si sente un pò troppo poco la doppia cassa sotto però), come negli ultimi pezzi di "And justice for all", che questa canzone mi ricordano moltissimo.

Entra la voce di Jamez ed è una voce mooolto incazzata. Bene! Con quel suo tipico inglese da western, che accentua molto le finali, così distante dal modo di cantare british, così sporco, così poco "politycal correct". Di colpo si zittische la cassa di sinistra e da quella di destra arriva Hammet in crescendo con un nuovo riff che chiama un altra cavalcata che ricorda vagamente canzoni come "The four horsemen" o "Whiplash" contenute su "Kill'em all". D'altronde i Metallica negli ultimi 17 anni non hanno saputo dimostrare di essere una band eclettica, in grando di suonare un genere diverso. I loro ultimi 3 album sono stati forse un discreto successo commerciale, ma orripilanti sotto il punto di vista tecnico. Molto meglio dunque se a 40 anni suonati si rimettano a suonare l'unica cosa che sanno fare bene, ossia il thrash. Questa è la mia visione personale. E tutto sommato, dopo tanti anni, al "vecchio fan" un pò "rinco" (come me) fa anche piacere risentire in una nuova salsa giri e riff amarcord ma ben eseguiti. "D'altronde, anche il mare fà le onde" (al diseva al mè nonu), e i Metallica non sono mai stati dei "fenomeni", quindi è bene non prentendere troppo adesso che hanno panza e figli da mantenere!

Al minuto 2.20 entra il primo vero assolo di Hammet (e meno male che sono tornati i suoi assoli), la solita insalata sovietica di bending e tapping, finalmente senza effetto wha-wha, che ricorda molto l'assolo di "Creeping death". Poi nuovo riff a 2 chitarre e via un'altra cavalcata. Il testo è bello bastardo, contro il sistema, tanto per rendersi più simpatici anche verso i più giovani. Si finisce a mille all'ora sino a che il pezzo implode in se stesso.

Ragazzi... non male, non male.

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