Buono lo spunto ma pessimo libro.
E' tutto uno sciorinare di nomi, strade, ricette, vini... in quell'ostentato modo assai snob che solo i francesi (o meglio, i parigini) sanno fare.
Di questo "Sottomissione" di Michel Houllebecq salvo la bella l'idea del raccontare una Francia all'indomani delle elezioni del 2022, che si scopre improvvisamente, ai seggi, di essere filo mussulmana! Alle urne viene eletto come Presidente della Repubblica francese un certo Mohammed Ben Abbes, leader del partito dei Fratelli Musulmani, un moderato, uno apparentemente tranquillo.

Tutto merito dell'alleanza di Ps, l'Ump e i centristi dell'Udi per fermare l'ascesa di Marine Le Pen (che a quanto pare sarà ancora in carica, secondo l'autore).
Il più grande desiderio del nuovo presidente è Il ritorno al patriarcato, l'alleanza tra i paesi del Mediterraneo in nome di Allah, il riposizionamento delle donne nella società, la sottomissione all'Islam, appunto.

Contestualmente assistiamo alla conversione (poco convinta) di un professore della Sorbona (molto probabilmente l'autore stesso): uno studioso ossessionato dallo scrittore Joris Karl Husysmans autore del capolavoro (vero) "Controcorrente": vero esempio di virtuosismo ed estro fantasioso.
Che altro dirvi? Noia e inutilità di una lettura piatta e senza particolari guizzi di ingegno o riflessione. Nemmeno quelle poche scene di sesso spinto e privo di ogni inibizione riescono a fare alzare "l'alzabandiera intellettuale" che resta sopito per tutte le 200 e passa pagine del libro. Nulla che ti possa prendere o appassionare veramente. Nulla che ti faccia mettere due pensieri in croce che non sia puro descrittivismo freddo e per nulla interessante (per non dire fastidioso).

Un libro lungo e pedante, di cui si poteva francamente fare a meno e di cui, se non fosse stato per il can can mediatico dovuto alla contemporaneità dell'uscita con i fatti ddella strage di Charlie Hebdo, l'avremmo già archiviato o messo in vendita a qualche bancarella dell'usato a 5€.
Come l'ho trovato io.

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