Middian
Age Eternal

Alcune cose vanno affrontate con cautela. O meglio, sarebbe consigliabile. È un po' come con  la droga. Mica si può improvvisare. Non so se il messaggio è chiaro: preparatevi, organizzatevi.

Un disco come questo va scalato a mani nude e gli appigli sono pochi.

Durante la salita non pensiate nemmeno per un minuto di avere il tempo di fissare il panorama. No, quello vi si aprirà davanti agli occhi all'improvviso. Non subito, decisamente. Scusate se insisto: è un po' come la droga. Quella che per ore vi lascia tranquilli a fare quello che dovevate fare e poi, in un attimo, vi spedisce in una piscina di coloratissimi gummy bears sciolti dal sole. Provate ora a fare la spesa. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi. In fondo siamo preparati. Il tempo che la fronte si impregni di piccole, microscopiche, fastidiose gocce di sudore, ed ecco.

Siamo in vetta. Quel panorama, quella visione che abbiamo cercato fino a quel momento sta proprio li, tutta intorno a noi.

Mai come in questo caso, il viaggio vale più della meta, ed i Middian di viaggi se ne intendono, credetemi. Di arrivi, in verità, i ragazzi ne sanno un po' meno. Più concisi e pesanti dei padri legittimi Yob, Mike, Will e Scott non abbandonano del tutto la psichedelica, ma sembrano più a loro agio con il doom, che appiccicano ad una visione allucinata dello stoner e del  rock duro targato anni settanta, quello giusto. Nero. Pestano decisi, direbbe qualcuno, ma non io.

Leggerete cose turche su questo album, fidatevi del vostro dottore e non curatevene. Ignorate, fingete indifferenza. Loro, gli altri, non erano preparati. Giunti in cima alla montagna non hanno saputo cosa fare, isterici e ciechi, non hanno avuto il coraggio. Voi, organizzati a dovere, lasciatevi cadere. Se avete inteso quello che da intendere c'era, galleggerete.

Cinquantasette minuti, ma a seconda dei casi vi sembreranno molti di più o molti di meno, cinque tappe, nessuna meta. Ma mi raccomando: con cautela. È un po' come la droga, se non lo aveste capito da soli.