Quel guascone di Michel(e) Patton(e) è oramai un bel po’ che ci scruta, osserva, studia e (sostanzialmente) mai come nell’occasione di questa sortita intrisa di canora stivalità trasmette la sensazione che, oltre al doveroso omaggio a queste italiche remote perle senza tempo, ci prenda (tutti) bonariamente per i fondelli: seppure sempre col complice e gigionesco sorrisino stampato sotto i curati baffetti da sparviero.

In base alle congetture che lo hanno portato (con l’ausilio di Roy Paci alla tromba e dell’intera Orchestra Filarmonica Toscanini) a reinterpretare questi impossibili quaranta minuti di proto-spaghettofile partiture (Arigliano, Morandi, Fidenco, Tenco, Paoli, tra i ripescati in causa) e alla consapevolezza che noi Italioti, in fondo, non disdegniamo d’esser teneramente gabbati, ci potrebbe essere la constatazione di chi, con maggiore frequenza, ha presieduto (artisticamente e non) il BelPaese nell’ultimo ventennio: dagli torto.

Con un (necessario) distinguo: quando giuoca con noi il funambolico Michelino, estrapolando dal cilindro questi fantasmatici evergreen [“Il Cielo In Una Stanza”, “Ore D'Amore”, “20 KM Al Giorno”, “Senza Fine”..] magnificamente interpretati e risalenti alla nouvelle-vogue cantautorale della metà del secolo scorso, testé virati in chiave orchestral-swing-jazz, (sor)ridiamo spesso divertiti & soddisfatti anche noi.

In ultimo segnalo che di “Mondocane” esiste anche una estesa (e spettacolare) versione in DVD, registrato in presa diretta durante un concerto in un teatro di Amsterdam.

 

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