Dropped: Scaricati, abbandonati, esclusi.

Strana vicenda musicale quella dei Mind Funk; si formano al tramonto degli anni ottanta nel New Jersey grazie all'impulso ed alla spinta di veterani della scena Hardcore Metal come il cantante Pat Dubar (ex Uniforme Choice), il bassista John Monte ed il chitarrista Louis Svitek (entrambi ex M.O.D.). Vengono notati dalla "Epic Record" che li ingaggia e pubblica il promettente omonimo esordio del 1991: un ruvidissimo quanto efficace crossover Metal, Funk ed attitudine Punk. Ma subito dopo avviene il fattaccio, un mistero insoluto a distanza di decenni: nonostante le ottime recensioni ed un buon apprezzamento da parte del pubblico la casa discografica li licenzia senza alcun preavviso.

Non deve essere stato semplice per la band entrare negli studi della "Epic", dove ti attende un appuntamento con un certo Terry Date (Soundgarden - Batmotorfinger ed ho detto tutto!!!) che dovrebbe produrti il nuovo disco e sentirsi dire, appena terminato di definire e sistemare i primi abbozzi delle canzoni, che devi fare le valigie ed andartene.

Ma i Mind Funk non mollano, tirano fuori le unghie ed i denti e sono decisissimi a portare avanti il loro secondo disco, scegliendo subito un titolo emblematico ed autoironico. Terry Date offre a loro la disponibilità per una produzione almeno dignitosa, cercando in tutti i modi possibili di dare il meglio con i pochissimi dollari a disposizione.

Il risultato è un lavoro solido, forte, compatto; a tratti romantico e passionale grazie in particolare alla voce di Pat. L'animo tormentato dei nostri viene messo in risalto da suggestivi quanto malinconici intarsi di chitarra acustica; non mancano parti elettriche ed una vigorosa spinta che ricorda il loro passato più metallico. Senza dimenticare quell'enfasi, quello slancio che li avvicina alla scena di Seattle. Potenti e strutturati riff Hard, atmosfere oscure tanto da essere paragonati ai Soundgarden di "Louder Than Love" in brani come la magistrale opener "Goddess", la mistica "In The Way Eye", la spirituale e conclusiva "Hollow".

Le drammatiche vicende che hanno dovuto sopportare hanno fatto da propellente, da vigorosa spinta per un lavoro che personalmente ritengo tra i meglio riusciti di tutti gli anni novanta.

Grandissimi Mind Funk, pochi cazzi...DROWNING...

Ad Maiora.

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