Inizio la mia carriera su DeBaser con la recensione di un album già presente in archivio, che per di più neanche mi garba molto. Poco male, il mio lavoretto lo faccio lo stesso.

I Ministri sono una band abbastanza in voga nella cultura andergraund della mia zona, sicché poco meno di paio d'anni fa, convinto da amici e esperti vari mi son convinto ad ascoltarli, complice il fatto che mi venivano descritti come una sorta di ancora di salvezza per il rock italiano. Insomma, un disco rock, cantato in italiano, uscito per la Universal (!), che si suppone dica anche qualcosa di nuovo: la storia era interessante. Decido quindi di procurarmi "Tempi Bui", il secondo full lenght del gruppo milanese.

La storia però continua così: primo ascolto, rimango abbastanza scettico. C'è qualcosa che non va. Sarà che 'sto genere non lo toccavo più dal 2000 e qualcosa con i vecchi dischi dei Litfiba (che però mi piacciono ancora), sarò io, boh. Continuo ad ascoltare "Tempi Bui" per un mesetto, abbastanza costantemente, per trovarvi le qualità che mi erano state descritte. Poi sinceramente mi son stancato e ho cambiato le canzoni nell'iPod.
Passa ancora un po' di tempo, arrivano questi giorni. Mi tornano in mente i Ministri: han fatto un altro disco nel 2010. Dopo aver ascoltato il singolo ho deciso di non approfondire la questione, però una recensione del disco precedente l'avrei fatta volentieri. Non che questa voglia essere una recensione oggettiva, preferirei chiamarla un modo rigoroso di dire quel che penso di questo disco.
"Tempi Bui" è sostanzialmente un disco rock, con i testi esclusivamente in italiano, che tende qua al pop, là (molto poco) al punk hardcore, in qualche angolino c'è anche qualche rimando al cantautorato italiano (nelle "ballate"). Non mi dilungherò su una recensione traccia per traccia, preferendo invece soffermarmi su alcune aree di discussione.

I Testi del gruppo sono focalizzati su una critica alla società contemporanea: dalla politica, a quei simpatici personaggi pieni di soldi che vediamo fin troppe volte in tv, alle crisi locali. Insomma, tempi bui, che non sarebbe neanche malaccio come punto di partenza. Il modo in cui vengono scritti e cantati però mi ha lasciato abbastanza sconfortato: il ricorso alla metafora come strumento argomentativo ha un che di offensivo. Seguire quel che dicono i testi diventa pesante, e al di là della pesantezza ho provato la sensazione del tipo "sti qua stanno a dire cose che bene o male so già, ma in un modo 10 volte più complicato". Molte volte anche il ricorso al lessico secondo me è infelice:
Per esempio l'incipit "Veramente vivo in tempi bui / e non è per rovinarti il pranzo / che ti dico arriva la marea / e tu la scambi per entusiasmo": cioè, ragazzi, ho capito quel che volete dire, ma serviva veramente tutto questo? E situazioni di questo tipo si possono trovare più di una volta nell'album.
In ogni caso, preferisco che si parli di questi argomenti che dell'happy hour di Ligabue, ma questa è un'altra storia.  

La parte strumentale/vocale: ad ogni ascolto dell'album, l'album si mostra sempre nuovo! Peccato che in questo caso non sia un merito del disco: non vi sono riff, giri, parti strumentali che siano una che si fan ricordare. Per carità, è anche vero che non c'è nulla di brutto, ma gli strumenti non emergono mai, limitandosi a fornire supporto alla parte vocale. Non è un disco prog metal, ma almeno degli arrangiamenti un po' più ricercati non li avrei disprezzati. La voce invece è nel complesso abbastanza positiva: sufficiente nelle parti "pulite",  funziona bene nei momenti urlati che si trovan qua e là lungo il disco, riuscendo ad essere efficace ed emotiva. Viene da chiedersi perché non si sia osato di più in questa direzione.

Infine, la produzione. Forse qua si trova anche la risposta all'ultima domanda posta. Il disco è uscito per la Universal, quindi suppongo che i soldi spesi in fase di registrazione - mixaggio - produzione ecc. non siano mancati, dovendo supportare il disco nel migliore dei modi. Secondo me, l'album è stato abbastanza castrato sotto questo punto di vista. Sembra che il gruppo venga qua e là limitato: i suoni non sono poi così potenti per un gruppo rock, anzi. La voce, oltre che ad essere a un volume decisamente più alto del resto, viene valorizzata soprattutto quando è melodica. Gli arrangiamenti, più che esaltare l'andamento del pezzo, si limitano a sottolinearlo. Insomma, una produzione abbastanza tipica da _mainstream_ italiano. Credo che questo vada a limitare molto la personalità di un disco che, altrimenti, sarebbe potuto essere forse anche discreto.

Insomma, forse cercavo qualcosa di diverso, forse sono partito con le intenzioni sbagliate, ma secondo me "Tempi Bui" è un disco tutto sommato abbastanza scialbo, con qualche idea interessante sfruttata male, che tutto sommato si lascia ascoltare ma che comunque non mi ha lasciato molto. Il giudizio potrebbe essere sufficiente, ma visto il potenziale quasi volutamente inespresso (qua mi sembra manchi un po' di gavetta alle spalle), decido di togliere quel mezzo punto al disco.

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