"Incantesimo" è il termine giusto per definire questo disco e la musica dei Mogwai. Ascoltare "Come On Die Young", infatti, è come cadere vittima di un sortilegio o di un ipnosi di cui solo la strepitosa band scozzese conosce l'alchimia.

Il loro post-noise-rock strumentale (che definizione!) culla l'ascoltatore tra le onde di un mare gelido ed accogliente allo stesso tempo, dove è facile perdersi e ritrovarsi, tra momenti di calma assoluta e agitazione incontenibile...
Ma torniano al disco in questione: "Come On Die Young" è il terzo album dei Mogwai, contando anche "Young Rapid", raccolta di "early material" registrato tra il '96 e il '97, e conferma sicuramente le aspettative create dal gruppo di Glasgow dopo il bellissimo "Young Team". 12 tracce perfette, in cui non si può scartare davvero nulla, dall'introduzione iniziale di "Punk Rock" alla bellissima "Cody", passando per "Kappa", "Oh! How The Dogs Stack Up", fino al vero capolavoro del disco: "Ex-Cowboy", 9 minuti da brivido, in cui il rumore lancinante delle chitarre distorte viene seguito da una catarsi liberatoria ed emozinante, davvero da antologia... Insomma, i Mogwai ce l'hanno fatta, oltre ad eguagliare la bellezza di "Young Team" con "Come On Die Young" sembrano andare addirittura oltre, perfezionando ancora di più il loro sound unico e inimitabile, che li ha resi una delle migliori band della seconda metà degli anni '90.

Consiglio a tutti l'acquisto di questo album straordinario, di ascoltarlo più e più volte, finchè i 67 minuti del disco non sembreranno un istante o un'eternità, un'emozione indescribile, un incantesimo di cui cadrete vittime senza accorgergevene, lentamente, per poi risvegliarsi cambiati in questo mondo. E sarà allora che farete ripartire il cd...

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