"I was once sit'n on top of the world
I really had things in my hand
But some'n went wrong I'm not sure what
And now I'm sit'n here at home alone..."


Strana serata questa. Che per giunta è quella che sto passando a pochi giorni di distanza dal mio ultimo esame orale. Mi chiedo cosa fare per ammazzare il tempo, e nel frattempo ho nelle mie mani questo CD. Un CD che rilassa e dà forza allo stesso tempo. "Yes".

Sì.

Sì, Mark. Mentre ascolto questo disco, ti sto pensando. Sto pensando al fatto che tu, con quel progetto nato all'alba dei '90, che risponde al nome di Morphine, hai saputo osare. Hai saputo tentare qualcosa di nuovo nel mondo del rock, riuscendoci perfettamente.

Sì, Mark. La musica tua e del sassofonista Dana Colley, con tanto di due batteristi che si davano il cambio, era ed è speciale. Tu lo chiamavi grunge implicito, noi lo chiamiamo il suono della notte, o forse sarebbe meglio dire della vita, la vita di tutti. Il tuo motto era "togliere per aggiungere", e così è stato per un trittico fondamentale nella storia del rock: "Good", "Cure For Pain", e questo "Yes".

Sì, Mark. "Good" è forse il più blueseggiante, "Cure For Pain" il più jazzy, e con questo "Yes" avete fatto una svolta un po' più rock. E lo testimonia la frenesia di "Honey White" (con relativo videoclip) e "Sharks", le ipnotiche "Scratch" e "All Your Way", le seducenti "Whisper" e "Super Sex", perfette per una serata a lume di candela con il/la partner dei sogni altrui, l'inaspettata dicotomia tra rabbia e passione che fuoriesce da un bellissimo sax baritono in "Radar" e in "Free Love", ed ancora l'immancabile blues della titletrack e di "I Had A Chance", o un esperimento fuori di testa chiamato "The Jury", o, per finire, il rilassante finale acustico di "Gone For Good".

Sì, Mark. Hai ricevuto la stima di tutti, addirittura di Carlo Verdone (!), che ha pensato bene di mettere due pezzi di questo disco proprio nella colonna sonora di "Viaggi Di Nozze".

Con "Like Swimming" siete stati forse un po' più fiacchi, ma avete pur sempre dimostrato di avere stile, e il buon lavoro l'avete fatto comunque.

Poi, dopo qualche anno...il tragico evento.

"Grazie Palestrina. È una serata bellissima, è bello stare qui e voglio dedicarvi una canzone super-sexy"

Dopo quella frase, il buio. E chi l'avrebbe mai detto. Tu eri felice quella sera qui a Roma, in quel festival "Nel Nome Del Rock", e poco dopo qualcosa ti avrebbe fatto a pezzi per sempre. Un infarto che sopraggiunge a 46 anni pronto per uccidere non è una bella cosa, Mark. E dire che avevi da poco terminato il tuo testamento, "The Night", che sarebbe uscito di lì a poco, pronto per riempire il vuoto da poco sopraggiunto nei nostri cuori. Ancora una volta.

Sì, Mark. Se mai, da lassù, tu dovessi leggere questo testo che ti dedico stasera, sappi che ti stiamo pensando tutti, non solo i quipresenti su DeBaser, ma tutti quelli che ti stimano, a dieci anni da quando hai lasciato questo mondo. Ci manchi tanto, ma nei nostri cuori vivi ancora, per sempre.

Grazie.

"I'm never going to see you...

I'm never going to see you again.

You're gone for good"

(R.I.P. Mark Sandman: 3 luglio 1999-3 luglio 2009)

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