"The Chase Is Better Than The Catch" e' un disco molto interessante dei Motorhead, nel quale la band ci presenta il lato A e il lato B di ogni singolo di successo che partono dal 1978 fino al 1984. E' un'album abbastanza raro, tanto che lo acquistai a poco prezzo in uno scatolone di cd in un supermercato, ma che riassume molto bene l'inizio glorioso della carriera di Lemmy & Co.
Sono presenti tutti i piu' grandi hits della band, dalla famosissima "Ace of spades" finno alla scatenata "Bomber", con i piu' i loro lati B dei vecchi 45 giri. Il primo cd, cioe' i lati A, inizia con una vecchia cover, forse di Chuck Berry, intitolata "Louie Louie", ovvero un semplice rock'n'roll senza infamia e senza lode che presenta gli inizi della band. Ma dalla seconda canzone in poi si cambia musica in tutti i sensi grazie all'intro scatenato di batteria di "Overkill" che viene subito raggiunto dal basso e dalla graffiante chitarra di Taylor, dove Lemmy con la sua voce rauca riesce a dare un tocco di originalita' in piu' al brano, rendendolo ancora piu' dannato e aggressivo. Nel resto del brano si puo' notare l'ottimo lavoro chitarristico, soprattutto nei fulminei assoli, molti cambi di tempo e improvvise ripartenze nel finale. Si prosegue con la grezza "No Class", introdotta da un buon riff perfettamente metal, per poi proseguire con un ritmo molto sostenuto e la solita grande prestazione di Lemmy, che dimostra di essere molto preparato sia nel ruolo di bassista che di cantante. Davvero una mazzata questo pezzo! La quarta song e' "Bomber", dove il classico sound Motorhead questa volta si fa sentire con riff e assoli scatenati, batteria forsennata e un ritornello che una volta che ti entra in testa non ti si leva piu'.
"Leaving Here" e "Stone Dead Forever", in versione live, sono un'autentica lezione di sano hard rock, soprattutto la seconda che e' una delle mie preferite, dove si puo' sentire un egregio lavoro di basso di Lemmy e la "solita" parte chitarristica molto semplice ma tanto efficace e coivolgente. Due pezzi veramente interessanti che purtroppo i Motorhead ultimamente non eseguono piu' tanto dal vivo. Si continua con la storica ed onnipresente "Ace of Spades", dove ogni commento che si puo' fare ad essa e' superfluo davanti ad un successo come questo, il quale Lemmy, in ogni concerto, e' "quasi" obbligato dai fans di riproporre "Ace Of Spades" che ha conquistato ogni metallaro. L'unica cosa da dire e' che questa e' la storia di questa band e del metal in generale, lezione che dovrebbero cominciare ad apprendere i nuovi gruppettini di oggi... L'ottava canzone e' l'inno "We Are Motorhead", registrata dal vivo, che divenne subito un cavallo di battaglia del complesso, come lo si puo' ascoltare in questa dirompente versione live. "Iron Fist" e' introdotto da un riff molto veloce e pesante, come anche la batteria e tutto il resto, con Lemmy che continua a martellare il suo strumento e a sfornare dei ritornelli storici e abbastanza orecchiabili. "I Got Mine" dimostra il lato piu' "melodico" (si fa' per dire) dei Motorhead, con un bell'intro di chitarra e una buona prestazione del resto del gruppo, mentre "Shine" e' una track mediocre che e' un po' diversa rispetto al classico sound Motorhead. L'ultima traccia del primo cd e' la maestosa "Killed By Death" che con il suo possente riff di apertura, un potente lavoro di batteria e un ritornello da cantare a scuarciagola nei concerti afferma la grandiosita' del gruppo.
Si passa al secondo disco, ovvero i lati B, con la veoloce ed incalzante "Tear Ya Down", che si apre con un riff di basso (stile "Ace of Spades") e si procede con la compatta "Too Late Too Late", la quale presenta degli ottimi riff chitarristici e bel lavoro vocale di Lemmy che rendono molto carino questo pezzo. Le seguenti track, "Like A Nightmare" e la bellissima "Over The Top", mostrano un magistrale lavoro di Clarke, soprattutto negli spettacolari assoli, mentre Lemmy fa' valre ancora le sue doti. "Dead Men Tell No Tales", dal vivo, e' un'altra mazzata di puro hard rock mentre la successiva non e' altro che la versione live della gia' citata "Too Late Too Late". "Dirty Love", il lato B di "Ace of Spades", non e' un granche', mentre l'ottava canzone e' la bella "Over The Top" che dal vivo acquista ancora piu' potenza."Remember Me I'm Gone" e' il solito pezzo veloce e grezzo a' la Motorhead, mentre "Turn You Round Again" inizia con un'aggressività assoluta, dimostrando un sound compatto ma allo stesso tempo un tocco di melodia che non guasta. La penultima track e' una versione live della cover "Hoochie Coochie Man", canzone rifatta forse anche da Jimi Hendrix, che si dimostra nel ritmo una buona canzone hard rock, soprattutto nell' emozionante assolo iniziale del magico Clarke.
Il disco si conclude definitivamente all'insegna dell'energia e del puro rock'n'roll con "Under The Knife", pezzo molto selvaggio e fottutamente grezzo con un buon assolo, nella parte centrale della canzone, di Lemmy e un'ottima prestazione della band.
TRACKLIST
LATI A 1° CD LATI B 2° CD
Louie Louie Tear Ya Down
Overkill Too Late Too Late
No Class Like A Nightmare
Bomber Over The Top
Leaving Here (Live) Dead Men Tell No Tales (Live)
Stone Dead Forever ( Live) Too Late Too Late (Live)
Ace Of Spades Dirty Love
Motorhead (Live) Over The Top (Live)
Iron Fist Remember Me I'm Gone
I Got MIne Turn You Round Again
Shine Hoochie Coochie Man (Live)
Killed By Death Under The Knife
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