Signori e signore, è con sommo piacere e divertimento che vi annuncio che i Motorpsycho sono vivi, stanno bene e hanno partorito uno splendido disco.

Diciamocelo chiaramente: non lo sperava nessuno. Alzi la mano chi non li ha bollati come bolliti ascoltando "Black Hole Canvas"? Alzi la mano chi non piangeva stracciando la copertina di "Phanerothyme"? Alzi la mano chi non cercava, in nome dei vecchi tempi, di farsi piacere pure "Let Them Eat Cake"?

Bene signori e signore: volevate un motore per la vostra psiche? Eccolo qui: "Little Lucid Moments"... mai titolo fu più beffardo. Quattro canzoni che sfondano il tetto dei 50 minuti, che si intrecciano, si combinano, si tamponano per poi tornare al loro posto. Questo disco suona come suonerebbero i pezzi pensati per questo disco dal vivo e lasciati vagare stesso sul disco... Okei, è una furbata perchè tutti sanno cosa questi signori fanno se mettono piede su di un palco, ma funziona ed è un piacere per le orecchie e per i sensi. Esattamente non sono quattro canzoni, ma quattro marasmi, quattro uragani, così caotici che non si capisce dove finiscono e dove cominciano, eccentrici e un pò spacconi.

Non avrei scommesso nemmeno un centesimo sulla loro risurrezione e invece sono qui a spazziare tra i generi in ogni singola canzone, pardon... MARASMA (per la cronaca durano da un minimo di 11 minuti e 26 secondi a un massimo di 21 minuti e 6 secondi), a far macinare chilometri alle loro mani che salgono e scendono su manici impervi, a convincere tanto quarantenni panzutti con le magliette multicolore scambiate nella candegina tanto quelli che si divertono con i loro capolavori che altro non erano che un enciclopedia di tutto quello che l'indie aveva creato.

Signori e signori, avevamo detto Amen troppo presto, ma facciamo finta che l'olio, quello per l'estrema unzione, era solo per frigerci due patate e... lunga vita ai Motorpsycho!

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