Certe volte ti chiedi cosa essere andato storto, come sia possibile che un disco come "Contro Ogni Tempo" non abbia raccolto grossi consensi da parte del pubblico e soprattutto come una band di valore assoluto come i Movida, segnata probabilmente solo dalla sfortuna di non essere nata in America, non debba godere di tutto il successo che meriterebbe.

“Contro Ogni Tempo”, pubblicato nel 1997, è un disco fantastico, all’interno del quale si fondono i background musicali e le influenze degli elementi della band. Musica graffiante ed aggressiva si unisce a testi riflessivi in una combinazione assolutamente riuscita di rock e poesia.

Dodici canzoni credibilissime attraverso cui i Movida non si limitano a mostrarsi estimatori del movimento grunge, ma arrivano a proporre moderne ed intelligenti revisioni dell’heavy metal e fugaci intuizioni pop alla Police. Si passa velocemente dai “tributi al grunge” della title-track e di “Anni Luce”, alle più melodiche “Immaginare” e “Puro Incanto”, passando per la dolcezza di “Selene” e per la furia di “Svegliami”.

Un album caratterizzato da un suono particolarissimo, valorizzato dalla buonissima produzione di Max Lepore, che nasce dal perfetto feeling tra i chitarristi Gianluca Battaglion e Giovanni Frigo, da una sezione ritmica di tutto rispetto composta dal bassista Ivan Lodini e da Mario Riso (indubbiamente il miglior batterista rock italiano, questo album ne è l’assoluta conferma) e dalla voce stupenda di Alessandro Ranzani, che rimanda al timbro inconfondibile di Chris Cornell.

L’unico difetto di questo disco, di cui esiste anche una versione in inglese destinata al mercato estero, sembra stare nel fatto che ormai da tempo è fuori catalogo….i soliti paradossi della discografia italiana…

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