Rispolvero con grande voglia uno dei cd più malati che compongono la mia collezione, perché questo album merita oltre ad una recensione un vero e proprio omaggio alla libertà compositiva!! Stiamo parlando del primo album dei Mr. Bungle, uno dei tanti gruppi costruiti da Mike Patton a sua immagine e somiglianza. Eh già,perché le varie canzoni rispecchiano perfettamente il carattere poliedrico dell’ex singer dei Faith No More, uno dei pochi a sentirsi sempre a proprio agio,sia che si canti hardcore o soul.
Questo viaggio si apre con "Quote Unquote", e dopo 30 secondi di inusuale silenzio entrano in gioco chitarre possenti, quasi metal, ma subito il ritmo cambia per fare spazio a suoni malsani di tastiera e a ritmi funkeggianti, poi una parte jazzata introduce il ritornello, spezzato da un bridge che riporta la calma, squarciata improvvisamente da ritmiche metal e sreaming di Patton.
Vi starete chiedendo che razza di pezzo possa mai essere, ma questo continuo variare di genere in genere all’interno di una stessa canzone è il tema principale di tutto l’album, dove non c’è una linea precisa da seguire ma bisogna abbandonarsi all’imprevedibilità di Patton e soci. Si passerà così da battute ska della scanzonata "Carousel", ad accelerazioni funky di "Squeeze Me Macaroni", alla più famosa ma dal titolo eloquente "My Ass Is On Fire", incentrata su ritmiche thrash metal.
Il culmine si ha con "The Girls of Porn", titolo anch’esso che si spiega da solo,dove funky e metal fanno la spola accompagnati dai fiati.
Il risultato di tanto divagare tra un genere e l’altro e i repentini cambi d’umore potrebbero rendere l’album sfilacciato e sensa senso se non fosse che ha alle spalle una band preparata a tutto e un Patton più capitano che mai: i primi sono di ottimo livello e in grado di suonare qualsiasi genere, non a caso il bassista Trevor Dunn è ancora un fido di Patton nei Fantomas; ottimo il contributo anche dei fiati..
Per quanto riguarda Mr.Patton, questa è una delle prime dimostrazioni della sua capacità di poter mettere in campo una tecnica tale da permettergli ora un canto rabbioso e sporco, ora divagare tra dolci sussurri,ora rappare con una velocita disarmante, apparentemente senza punti deboli.
Doveroso aggiungere il nome del produttore: un certo John Zorn, che sarà insieme a Zappa uno dei capiscuola di Patton anche per le esperienze future.
Per chi ha ama Patton, questo album è imperdibile, per chi non lo conoscesse deve prepararsi a far impazzire lo stereo... e forse anche il cervello!!!
P.s: come genere ho messo metal, ma è molto, troppo riduttivo!!!
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Altre recensioni
Di puntiniCAZpuntini
Il miglior album di crossover della storia, pochi cazzi, il resto è solo imitazione, questo è originale.
Funk Jazz Bossa Metal Pop Rap Elettronica; ho detto C-R-O-S-S-O-V-E-R.
Di FabbioAW
Folle è chi pensa di poter dire qualcosa su queste canzoni.
Se non conoscete quest’opera, procuratevene un ascolto immediato.