I Muse Tornano in Italia, reduci da un tour mondiale e milioni di copie vendute dell'ultimo album "Black holes and revelations"; due concerti all'aperto in grande stile, incorniciati da scenari suggestivi: il piazzale Michelangelo di Firenze e l'arena di Verona per la data di luglio.

Introduzione roboante ed epica per i Muse, grazie a Knights of Cydonia, dove anche le animazioni digitali proiettate sul palco inneggiano a "combattere per i nostri diritti" e a "lottare per sopravvivere". Scene da far west interstellare si alternano ad ambigui dialoghi e a dichiarazioni d'amore distorte, come in Supermassive black hole, la hit dello scorso inverno; sulla splendida Starlight vorticano chitarre ed effetti sonori non sempre e non del tutto "live". È risultato evidente a molti degli spettatori, infatti, che gran parte dei brani fossero integrati da basi registrate e sincronizzate perfettamente col suono vocale e strumentale. Una tecnica molto utilizzata che permette anche ai più inesperti di non sfigurare dal punto di vista della resa e della potenza del suono; non si capisce come mai in questo caso una band come i Muse ne abbia abusato, pur avendo una notevole esperienza dal vivo.

La voce di Bellamy, sempre impeccabile, ci ha regalato ballate strappacuore come la struggente Plugin baby e la dolcissima Feeling good, in cui i petali di rose rosse hanno volato intorno al pianoforte per ricordare ai più affezionati il videoclip di questa splendida cover. Hysteria: un vero e proprio inno alla potenza delle chitarre stile Muse, inno al suono distorto, urlante, stridente, barocco; Time is running out, uno dei brani-simbolo del loro successo mondiale, diventa una celebrazione collettiva, come anche Invincibile, l'ultimo singolo uscito. Qualcuno si è accorto che mancava poco al termine del concerto perché sono comparsi i palloni bianchi, che hanno rimbalzato per un po' sul pubblico. Purtroppo, in questo breve concerto (neanche un'ora e 20 minuti) sono mancati alcuni brani storici, che avrebbero fatto la gioia di molti fan: Bliss, Unintended, Muscle museum.

Da segnalare alcuni "screensaver" (le animazioni proiettate sugli schermi del palco) molto ben elaborati: l'ape che ronza di fiore in fiore su Feeling good, con atmosfere rilassanti e bucoliche di cieli azzurri e alberi mossi dal vento; i robot che marciano al ritmo di Supermassive black hole, poi ancora rielaborazioni del videogioco anni '80 Space Invaders, i testi effetto karaoke di Knights of Cydonia e Map Of The Problematique, i vortici luminosi di Newborn.

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