Ah! Non le grandi e singolari catastrofi del mondo, le alluvioni che portan via i vostri villaggi, i terremoti che inghiottono le vostre città, mi commuovono; ciò che mi stringe il cuore è la forza distruttrice riposta nell'essenza stessa della natura; la quale non ha mai creato cosa alcuna che non sia destinata a distruggere il prossimo, a distruggere se stessa. {Johann Wolfgang von Goethe}
Il mare, grigio come il cielo che lo sovrasta, preannuncia l'arrivo di una tempesta. Eppure, in quest'attimo d'effimera quiete, non si riesce a scappare da questa bellissima e terrificante opera naturale, si rimane affascinati, rapiti. Rapiti dai propri pensieri, dai propri ricordi, dalle proprie ferite che anche dopo molto tempo non si sono cicatrizzate completamente. Si viene pervasi da un'ondata di malinconia disarmante; malinconia per i tempi passati che non torneranno mai più, quando ancora si gioiva spensieratamente, quando i sogni ci facevano sperare in un futuro migliore. E ad un tratto si viene abbracciati da un nuovo desiderio, il desiderio di desiderare, quello che i tedeschi chiamavano Sehnsucht; quella malinconia estrema, profonda e, per certi versi, esistenziale che porta a desiderare sempre qualcosa di non definito e porta lentamente ad una ceca distruzione.
In questo contesto si inseriscono i My Dying Bride, sicuramente una delle migliori doom metal band di tutti i tempi. I My Dying Bride, nati nel 1990 a Halifax, sembrano collegati con un filo conduttore invisibile alle grandi menti del Romanticismo riuscendo a far trasparire con la loro musica non solo le idee, ma anche le emozioni che animavano i pensatori e gli artisti romantici. Ed è in questa grand'opera di rivisitazione del passato che nel 1995, il gruppo realizzò quello che, a detta di alcuni, è il loro miglior disco: "The Angel And The Dark River". In quest'album, la band abbandona quasi completamente il growl e le atmosfere oscure del precedente capolavoro ("Turn Loose The Swans") per passare ad atmosfere più malinconiche e romantiche anche grazie allo splendido lavoro eseguito dal violinista Martin Powell. Le partiture di violino verranno infatti riproposte in quasi tutte le canzoni dell'album facendo da Virgilio allo splendido ed inquietante viaggio che l'ascoltatore intraprenderà.
L'opera si apre con lo stupendo riff di chitarra di "The Cry Of Mankind", che ha il compito di trasportare l'ascoltatore in una dimensione onirica e riflessiva unica e lo fa dapprima grazie alle splendide partiture di chitarra e alla desolante tristezza che il cantante riesce a far trasparire, e poi, nella seconda parte della canzone, con uno stacco ai limiti dell'ambient dove non si odono più chitarra e batteria ma solo eteree voci femminili che giocano a rincorrersi e a sovrapporsi nell'incessante soffiare di un vento freddo e avvolgente. Si passa così alla seconda traccia "From Darkest Skies"; la canzone si apre con l'arpeggio di una chitarra sommessa e l'entrata in scena del violino che, per tutta la traccia, mitigherà con la sua triste litania il possente e decadente suono offerto dal chitarrista Andy Craihan. Si arriva poi alla terza canzone "Black Voyage"; il brano, dapprima sensuale e malinconico, evolve lento ma inesorabile e quando si sente Aaron pronunciare le stupende parole: "Lost forever from the earth | Descending downwards. Is this our re-birth? | Can you feel it? His cruelty glows | This terrible journey, oh, that no-one knows" si arriva al refrain ove la chitarra tesserà la sua tela di desolazione, supportata dall'ogni presente violino finché, a metà canzone, uno stacco crudele arriva a rapire il viaggiatore dalla dimensione di sogno, per trasportarlo in quella di un orribile incubo, la voce di Aaron perde la passata sensualità per passare ad una diabolica rassegnazione; sembra di cadere da un altezza infinita spinti, sempre più velocemente, da una mano invisibile verso il suolo ma, proprio mentre si crede che sia giunto il momento dell'impatto, la chitarra evolve la sua natura per l'ennesima volta diventando calda, avvolgente aiutata dal violino che, come un angelo disceso dal cielo, gli darà il suo aiuto. Successivamente si passa alla splendida partitura tastieristica di "A Sea to Suffer In", brano che (come "Your Shameful Heaven") contrappone parti lente a parti più tirate e veloci facendo sentire il viaggiatore come se si trovasse su una nave che solca un mare in tempesta, la sua vita è in mano alla natura che muove, a suo piacimento, le onde del mare le quali potrebbero inghiottire lo sventurato ascoltatore da un momento all'altro portandolo nelle più lontane profondità dell'oceano. Ma anche questa minaccia passa e così si arriva esausti alla traccia "Two Winters Only". Qui saranno il violino e la voce di Aaron a mettere in scena la draconiana e, allo stesso tempo, dolce legge della natura. Sembra di ritrovarsi in un'immensa distesa pianeggiante ricoperta da un'alta coltre di neve. Un bosco d'alte betulle alla destra impedisce la completa contemplazione di quell'immenso paesaggio invernale. La desolazione regna sovrana finché dalla profondità del bosco, incomincia ad intravedersi una creatura eterea, bellissima, angelica e, appena essa si avvicina più al viaggiatore, si scorge nei suoi splendidi e sfuggenti lineamenti la figura della prima donna amata; evanescente miraggio ricreato dalla errante e finita mente umana. Una malinconica e lacerante tristezza prende così l'ascoltatore. Tristezza che fa pensare ai tanti momenti di gioia della vita passata, momenti che probabilmente non verranno più rivissuti. L'amore per quella donna, probabilmente al tempo ragazza, annebbierà così la vista del viaggiatore facendolo sprofondare nella neve, facendogli desiderare il ritorno a quei momenti in cui era insieme a Lei, momenti in cui Lei e Lui erano una cosa sola, inseparabile, unica. Tutto questo succede mentre le splendide parole di Aaron riecheggiano nella nostra testa: "We could have changed the world, had you been here with me. Right now | Held you in my arms. In my arms, my love | Jesus wept so man could live forever on earth. In peace | But my tears. They fall for you. Only you".
Si arriva in seguito alla già citata "Your Shameful Heaven" la quale, in teoria, conclude le danze e che pur essendo una buona traccia non riesce ad essere all'altezza delle precedenti. Quel "in teoria" però, si riferisce al fatto che non è "Your Shameful Heaven" a concludere l'opera, ma è la strepitosa bonustrack "The Sexuality of Bereavement", canzone che si apre con le note di un violino dolce e, a tratti, inquietante che prima si fonde con il rabbioso growl di Aaron e poi lascia la scena allo splendido ruggito del cantante.
Si conclude così lo splendido viaggio che l'ascoltatore ha vissuto e che, probabilmente, rivivrà molte e molte volte rapito dalle bellissime melodie e dagli splendidi testi dell'album.
E così, mentre guardiamo lo spettacolo disarmante della natura, i pensieri che attanagliano la mente si perdono nell'infinità di quella distesa grigia fino a quando è la mente stessa a dissolversi. Si raggiunge così l'agoniato stato del sublime, dove l'infinità non spaventa l'essere umano ma lo culla in un piacere indistinto da dove non si vorrebbe mai fuggire.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati 5
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello 10
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio: 15
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
{Giacomo Leopardi - L'infinito}
voto 94/100
Ringrazio Lila che mi ha aiutato nella revisione di questa recensione.
Elenco tracce testi e video
01 The Cry of Mankind (12:13)
You can't expect to see him and survive
You'll swallow his tongue of thorns
His mouth, dripping with flies
In his glorious kingdom of fire
But I believe he wept
I will make them all lie down
Down where hope lies dying
With lust, you're kicking mankind to death
We live and die without hope
You tramp us down in a river of death
As I stand here now, my heart is black
I don't want to die a lonely man
This is a weary hour
This is a weary hour
02 From Darkest Skies (07:48)
Take your own
Sick with fever
And cry out loud
to God
Your sorry own
Will be piled upon me
That I can't see
My God
I've cried for earth
More than once
But rivers still run
With reddest tears
Be lost in me
And I'll never need to ask
Who wants me? Who wants Me?
Be mine tonight. The sight of your light
I'll breathe in you. I'm a fool, just for you
I'm in pain
And I don't know why
Under heavy rain
From darkest skies
We're in pain
The two of us
And I no longer know
Which way to go
Open wide. Let me see
Your bleeding heart cries for me
Look straight up. Look at the sun
This song's for her. Her requiem
Open wide. Let me see
A poisoned soul in agony
Self pity strangles me
I'm lashed by grief
And I'm killing me
Don't fear. My fire is enough
For both of us
04 A Sea to Suffer In (06:31)
The field of blood I'd left
They mean nothing to you
That war left scars on me
Without you now, I'm free
I'd found out what you'd done to me, girl
I hate with as much passion as I love
And so now, your time's come, for me girl
The end. Your end. And my birth
Walk away. Laughing away
Remember you always, and wonder why?
I'll suffer in your sea
Your ocean bleeds into me
I'll fall through your endless sky
But never, ever cry
Wounded by your cruelty
Yes, I'll suffer in your sea
The fields of blood I'd left
They mean nothing to you
That war left scars on me
Without you now, I'm free
06 Your Shameful Heaven (06:59)
You, who stand there now
I will not tell you not to cry
Without fail my purpose
Will be fulfilled
I can crown you a God
And I'll suffer for your sins
Bound so tightly, pain is everything
Far from kindness. I am your king
Believe you're in Hell, but your's is Heaven
Cry to die. You'll love me forever
On a pale, teary cheek
Tears cascade to your feet
Whipped to the floor once again
Laughing and lashing you away
Burning pain scars through your skin
But it's 'more' you cry, for you are a sinner
We suffer in love, but you love to suffer
Your misery is your majesty
Though your skin may burn and your wounds, bleed
The only real ache is between your legs
You've learned well, through your Hell
Your pain was nothing. You longed for more.
Your shameful Heaven is full of devils
Just like me. Just for you
07 The Sexuality of Bereavement (08:04)
In soothe I lend a gracious ear
Your sobbing, somehow sexual
Come to my bosom. The help I bring
Is all my pleasure you lonely, dear thing
Oh, cruel love, when held by you
My sanity does fly
You lie there mourning with looks of desire
'T is beauty when you cry
Drink my grieving love
Desire and wine go well
Sleep, I'll watch over you
Relief? Time will tell
Secrecy fosters passion
You stay untouched
I know you are alone
With peace I care much
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Altre recensioni
Di cliffburton86
Le chitarre acustiche tratteggiano pienamente il panorama inquieto.
È un disco articolato che si impone alla mente e all’orecchio dell’ascoltatore, ma che non sarà mai messo in relazione con la parola “noia”.
Di KingJudas
È solo uno dei pochi cd che veramente mi emozionano ancora, ma soprattutto mi aprono gli occhi e mi fanno capire che non devo stare fermo, ma alzarmi e cazzo combattere!
È in quei momenti, sebbene sia solamente un'inutile canzone di un'inutile cd, di un'inutile band d'un inutile posto disperso nel mondo, che capisci cosa è la morte e come può essere vicina a te.