Ammetto che , diversamente da chi ha recensito impeccabilmente "Cantando sotto la pioggia" stimolato da una giornata piovosa, ieri sera è prevalsa in me la propensione ad approcciare un film di genere erotico (a me la pioggia stimola certi sommovimenti basso ventrali...).

La mia scelta, in quella miniera inesauribile chiamata YouTube, è ricaduta su un vecchio titolo che non ho mai preso adeguatamente in considerazione, ovvero "Ultimo tango a Zagarol" girato nel 1973 quando il celeberrimo (e forse sopravvalutato) "Ultimo tango a Parigi" di Bertolucci era considerato il film del momento, sull'onda del ben noto scandalo suscitato e delle conseguenti noie giudiziarie. E devo ammettere che il titolo di Nando Cicero non mi è dispiaciuto, almeno come parodia dell'illustre originale tango parigino che, da me rivisto recentemente, mi è parso molto datato.

La trama di "Ultimo tango a Zagarol" è imperniata sulle vicissitudini del povero Franco (impersonato dall'indimenticabile Franco Franchi) , un uomo succube di una moglie dispotica, proprietaria di un albergo ad ore presso cui il povero marito tapino funge da impiegato tuttofare. Trattato a pesci in faccia, costretto ad una dieta ferrea e negato nei suoi bisogni sessuali dalla suddetta moglie che tiene l'amante (il sorprendente crooner Nicola Arigliano) rimpinzato a dovere in una stanza dell'albergo , Franco decide di fuggire e riparare in un vecchio appartamento sfitto. Qui, inopinatamente, transita una ragazza misteriosa (notare bene trattarsi di Martine Beswick, già vista come Bond girl in "Dalla Russia con amore" e "Thunderball") che non esita a zompare addosso all'incredulo Franco (certamente non così affascinante da generare certi irrefrenabili pulsioni..). Da qui nasce una strana relazione fra i due, poiché la ragazza sottopone l'uomo ad amplessi sadici su un giaciglio elettrificato e lo costringe a saltare il pasto. E a Franco non va meglio vagando per le strade di Roma, poiché incappa in una regista televisiva (impagabile Franca Valeri in questo ruolo) che lo impiega in reportages spericolati e in presa diretta. Insomma, Franco è un maschio in crisi, concupito e tiranneggiato da donne spietate e inaffidabili, tanto che scoperta la vera attività della nuova amante ( una donna di strada) il protagonista sarebbe pure tentato di mollare tutto e tutte, ma la vita può essere foriera di sorprese inaspettate e non proprio negative per una persona così bastonata dalla sfortuna...

Certo l'opera rientra in quella vasta area classificata come trash o cinema di serie B. Non si tratta certo di un gran film, ci sono passaggi un po' stiracchiati come la gara di tango nel finale, ma una volta tanto bisogna ammettere che una commedia così scollacciata non è relegabile nel dimenticatoio. Intanto, un attore come Franco Franchi, molto noto nei tanti film comici girati con il sodale Ciccio Ingrassia , regge bene il ruolo dell'uomo vessato, unitamente alla sua tipica capacità di esibire un'amplia mimica facciale.

A ciò si deve aggiungere l'efficace parodia di certi capisaldi di "Ultimo tango a Parigi" come quando Franco, vagando per Roma, indossa il famoso cappotto color cammello proprio come Marlon Brando versione parigina (e pure Alain Delon in "La prima notte di quiete") e ha un'espressione ispirata a certo malessere esistenziale non proprio credibile e decisamente comica. Oppure l'assurda scelta dei due amanti di non rivelarsi il nome pur facendo l'amore, limitandosi a spernacchiarsi. Mentre il famoso ricorso al burro nel rapporto anale rappresentato nel film di Bertolucci viene qui evitato perché Franco preferisce spalmare l'agognato alimento su una fetta di pane per placare la fame atavica (e con un certo disappunto da parte della ragazza).

Quindi, l'opera complessivamente regge bene l'usura del tempo diversamente da "Ultimo tango a Parigi". Infatti, se la pellicola di Bertolucci risulta immersa in un'atmosfera cupa e decadente, la parodia a firma di Nando Cicero, oltre ad essere stata rivalutata recentemente da certa critica cinematografica (vedi Goffredo Fofi), si mantiene su un registro comico non sguaiato. A dimostrazione che si possono affrontare trame erotiche in modo ironico. E di questi tempi così grigi è già una consolazione permettersi un po' di buonumore.

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