I primi segnali c'erano già sul precedente album del 2007 "Draculea": una delle più famose band thrash-black del panorama Italiano aveva cominciato a rendere i pezzi più raffinati, pregiati e laccati ma anche molto meno impetuosi.

Ma "Draculea", nonostante sia stato stroncato dalla critica (il sottoscritto è uno dei pochi su tutta la Penisola che lo ha ritenuto nel complesso positivo), era un discreto prodotto in bilico tra passato recente (lo spettacolare "100% Hell" del 2006) e nuovismo.

"Phylogenesis" affonda (o meglio, affoga ?) in quest'ultimo, le influenza black delle origini sono scomparse, il thrash metal è sempre vivo e presente ma sotto una forma più pulita, precisa e brillante.
Se nel precedente disco il nuovo entrato Pier Gonella (già nei Labyrinth, non proprio musica affine ai Necrodeath, uno che ancora non si è capito se è entrato in pianta stabile nella band o se è un turnista, boh) si era limitato qui si prende molti più spazi (non so bene i credits delle varie canzoni però il suo tocco più tecnico, da "perfezionista" c'è) e lo stesso GL, altro nuovo entrato in sostituzione di Jhon (Raza de Odio, Cadaveria), vale meno del suo precedessore.

L'assalto violento di un tempo viene sempre rimandato, in ogni pezzo, per cedere a passaggi più "estranianti" e riflessivi, ne pagano sicuramente l'immediatezza e l'impatto "in your face", che contraddistinguevano il vecchio corso.

Non tutto è da buttare, anzi Flegias sembra in buona forma e Peso riesce sempre in più punti a dare il suo tocco da maestro (belli anche certi passaggi tribali, che erano già spuntati su "Draculea" comunque), ma sono proprio le canzoni a non avere quella marcia in più.

Molto appprezzabili comunque "The Theory" (con un'aggressivo approccio alla Slayer), "Extreme Emotional Shock" (gran pezzo) e la conclusiva "Final War" (una sorta di mid-tempo ricco di belle melodie alternate a parti molto violente) ; d'altra parte però "I.N.R.I" poteva essere molto meglio con qualche parte in meno e una struttura canzone diversa, sono banalotte (ma alla fine credo saranno efficaci live, o almeno lo spero) l'opener "Awaking of Dawn" e "Time Never Dies", confusionaria "Propitiation of the gods", con poco mordente le restanti.

Seppur con, appunto, 3 pezzi molto convincenti il nuovo album dei Necrodeath è nel complesso, debole, se già "Draculea" risulta distante, figurarsi "100% Hell", con il binocolo astronomico proprio. Vabbè, a volte capita anche ai grandi di fare cilecca.

P.s. l'artwork rimane però, come sempre, bellissimo.

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