Solo chi non conosce Neil Young a fondo può meravigliarsi di questo nuovo album. Sono oltre 40 anni che lo spilungone sceso in California dalle nebbie canadesi pubblica dischi variegati collocabili nei più diversi generi musicali. Dai Buffalo Springfield al fortunato ma effimero sodalizio con Crosby, Stills e Nash, fino alle pietre miliari da solista, Young  ha rovistato dovunque: nel folk-rock degli esordii e di "Deja Vu", nel country-rock di "Harvest", "Comes A Time" e "Harvest Moon", nel country puro di "Nashville" di "Old Ways", nei meandri delle oscurità interiori di "On The Beach" e "Tonight's The Night", nel punk metal di "Re-Ac-Tor", nel rockabilly di "Everybody's Rockin'", nell' elettronica di "Trans", nel rhythm and blues di "This Note's For You", nel piratesco feedback di "Arc", nel grunge di "Mirror Ball" e altro ancora, tra alti e bassi. Pur se i capolavori restano "After The Gold Rush", "Zuma", "Harvest" e "Rust Never Sleeps", che si tratti del Neil Young del sogno hippie o di quello più politicizzato o di quello sperimentale, è innegabile che la sua influenza è dovunque: non a caso fu lui uno dei pochi "vecchi" ad essere salvati dalla rivoluzione punk del 1977, e non a caso è considerato il padre del grunge.

E ancora è capace di spiazzare tutti al ritmo di un album all'anno. Stavolta si affida alla produzione di Daniel Lanois (U2 e Bob Dylan tra gli altri), col cui cognome gioca nel titolo, "Il Rumore", e di rumore si tratta quando ci spara una sequenza mozzafiato di 9 canzoni per sola voce carica di eco e chitarra elettrica filtrata, distorta e perduta nel riverbero, per un disco che fin dal primo sinistro accordo di "Walk With Me"  promette scintille. Tra i suoni lancinanti di "It's An Angry World" e "Hitchhiker", gli incubi di "Sign Of Love" e le nostalgie di "Love And War" non c'è da annoiarsi.

In fondo lui è sempre stato il Solitario per antonomasia (chi la ricorda "The Loner"?), osando addirittura descrivere senza mezzi termini nell'epica "Thrasher" l'abbandono degli amici per la pelle, Crosby, Stills e Nash: "I got bored and left them there, They were just deadweight to me Better down the road without that load" ("Mi stancai e li abbandonai, erano solo dei pesi morti per me, e sulla strada era meglio da soli che con quel carico"). Insuperabile.

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