"Enemy of the Sun" esce nel 1993 per la Alternative Tentacles; trattasi del quarto lavoro in studio dei Neurosis, insieme di musicisti originario di Oakland, California. Per la loro originale proposta è stato coniata più di una definizione, a tentare di coprire ed esplicare il meglio possibile la ricca commistione di stili ed influenze incorporati nel loro sound: post-core, post-hardcore, progressive-sludge, e via discorrendo. In realtà risulta difficile far confluire in un solo genere tutti gli elementi sonori ivi presenti: soprattutto nei primi lavori, risulta chiara la matrice hardcore dell'ensemble, la quale nel tempo si è via via arricchita di componenti di psichedelia, progressive, metal, doom-metal, folk, dark-ambient e addirittura classica (quest'ultima riscontrabile specialmente nelle partiture di tastiere; da ricordare che gli strumenti presenti sono oltre ad esse due chitarre, basso, batteria e tre voci alternate).

Il suddetto disco rappresenta un passo molto significativo nel progresso musicale del gruppo: si tratta di uno dei primi lavori in cui sono rintracciabili già moltissimi degli elementi di cui sopra, e la proposta sonora qui presente è molto vicina a quella dei successivi lavori, pur non essendo ancora di fronte alla maturità compositiva di un masterpiece come "Through Silver in Blood", forse la prima opera in cui la poetica del combo trova pieno adempimento. Le composizioni appaiono lunghe e dilatate, composte ciascuna da svariati momenti, e intervallate da intermezzi strumentali di più breve durata; è riscontrabile un approccio alla sviluppo di esse molto vicino alla jam-session piuttosto che al tradizionale formato canzone (atteggiamento questo che sarà ampiamente ripreso da altri in seguito, su tutti Tool e Isis). La sezione ritmica scandisce lugubri cadenze, alternate a momenti più rumorosamente catartici; chitarre, voci e tastiere costruiscono su di essi un muro sonoro dall'intenso impatto emotivo, dipingendo un quadro dove i toni predominanti sono quelli della desolazione, della frustrazione, dell'angoscia e dell'ira.
Difficile non incorrere in questi sentimenti lasciandosi trasportare dalla trascinante psichedelia mista a sfuriate distorte di "Lost", "Raze the Stray", dell'accoppiata "Cold Ascending"/"Lexicon", o della title-track. Menzione a parte merita la conclusiva "Cleanse", il pezzo che più si distacca dal mood predominante dell'album: si tratta di mezz'ora di vera e propria "raccolta spirituale", scandita dalla crudezza di pochi elementi, quali ritmi percussivi dalle sonorità tribali e un unico, continuo, lancinante urlo che si protraggono fino alla chiusura. 

In conclusione, pur non essendo probabilmente l'apice compositivo della band, "Enemy of the Sun" rappresenta un passo cruciale nella sua evoluzione musicale, presentando già molte caratteristiche che negli anni si delineeranno sempre più marcatamente fino agli ultimi lavori. 

Personalmente parlando, sento di consigliarlo a chiunque, magari conoscendo già i Neurosis, volesse meglio comprenderne la suddetta evoluzione musicale; per chi invece non si è ancora addentrato nei meandri della poetica di questo progetto, mi permetterei di indicare altre opere (in particolare il succitato "Through Silver In Blood" o il più recente "A Sun That Never Sets") come più eminenti.  

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