Il fiore di loto ha un alto valore simbolico per tante filosofie orientali, un fiore meraviglioso che nasce nelle paludi.
La sofferenza è la palude il fiore di loto è l'illuminazione.
Non è un caso che questo disco cosi fortemente "spirituale" io l'abbia acquistato in un supermercato. Era l'ultima copia nello scaffale grigio e mi è sembrato di raccogliere un bellissimo fiore in mezzo alle erbacce, non potevo lasciarlo lí.

La ricerca della luce, dell'illuminazione ecco cosa simbolizza questo capolavoro, ma la luce non arriva mai, c'è un cinismo di fondo che oscura tutto insieme al continuo bisogno di cercare la propria felicità in qualcun'altro, una donna che lascia e delude oppure un Dio che spesso non ascolta.
Ogni traccia arriva forte, come il color rosso sangue della copertina, a parlare di amore e passioni morbose - "Love Letter" e "We Came Along This Road" - oppure follia - "Fifteen Feet of Pure White Snow" - e Dio è sempre lí a guardare, senza intervenire anche se fortemente invocato.

Quest'album è stato definito il piú autobiografico di Nick Cave, in effetti analizzare i testi e quindi entrare nella complessa personalità di quest'uomo può essere un viaggio oscuro, ma in realtà non cosí lontano da ognuno di noi.
Poesie messe in musica quindi, bellissima musica, il piano fa da protagonista ma dietro ci sono sempre loro, i Bad Seeds impegnati a cesellare e arricchire le parole, in particolare Ellis con il suo struggente violino.

Per chi viaggia abitualmente dentro se stesso e non ha paura di quello che può trovare anche nelle stanze piú buie.

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