Se qualcuno mi chiedesse quale è l'album più tossico di Nick Cave, probabilmente risponderei "Your Funeral... My Trial". Il "Buon" Nick aveva e darà ulteriori prove della distruzione esasperata che lo invade (si veda ad esempio, "From Her To Eternity", o come aveva notato un DeBaseriano, "Tender Pray") ma in questo album si respira un'atmosfera malata e rinchiusa, intima quanto mai, come se non ci fossero contatti con il reale. Dice lo stesso Nick: Mi ero dedicato a creare un mondo mitologico nel quale far agire i miei personaggi e in cui potevo a tutti gli effetti vivere. Era un mondo molto conservatore in cui bene e male non s'incontravano mai. E, in effetti, il disco sembra la possibile colonna sonora del Suo unico libro, "E l'asina vide l'angelo", un mondo eroinomane in cui esiste dolore e prevaricazione e ignoranza... il disco esce nel 1986-7 e i "Bad Seeds" sono ancora il gruppo che lo accompagna... fedeli, fantastici. Ai contributi fondamentali di Blixa Bargeld (comporrà anche la canzone "She Fell Away") e Mick Harvey, sempre più jolly della band, pronto a far tutto, si aggiungono il pianista Thomas Wolf e il chitarrista americano Kid "Congo" Powers. Le canzoni dell'album vedono un Cave molto impegnato a curare le canzoni e i testi, influenzato dai suoi ascolti, Leonard Cohen e Tom Waits su tutti, e qua e là spuntano blues o folk (!!!) e questa, se vogliamo, è la parte che solitamente detesto di Nick Cave. Quella vena che tende all'america, a Bruce Springsteen & company. ma per fortuna in questo disco c'è ben altro, anche perché ogni canzone ha quel marchio fondamentale, che la rende lontana dalla musicalità "limacosa" e sdolcinata, perché la Sua voce, ha uno spessore profondo chilometri tanto che si sente e si "vede" un baratro impressionante.
E poi... Poi ci sono alcune canzoni magiche, esiziali lontane dalla luce. Parlo di "Strangers Than Kindness" e della canzone che dà il titolo all'album "Your Funeral... My Trial": ad ascoltarle non si provano sensazioni tipiche, ma un misto fra inconscio e lati oscuri, bui e taglienti. in "Jack Shadow" il riferimento è a un carcerato, prigioniero in un carcere di massima sicurezza e questa è in un certo senso la condizione che Cave vive, imprigionato tra i demoni della coscienza e i deliri persecutori, che lo porteranno anche a interpretare un carcerato in un film, e nel video di "The Mercy Seat". Ma la vera apologia della realtà, il distacco totale dai contatti e dalle persone, vive in "The Carny". La prima sensazione che si ha è quella di essere capitati in un'altra dimensione, in un altro tempo (se si può parlare di tempo...) la musica è a metà fra un circo e una funzione funebre e tinte fosche e ghiacciate tinteggiano la scena. Una scena teatrale sembra, con poca illuminazione. La canzone parla di un imbonitore ("The Carny" appunto) ripreso nel Libro di Cave, come altre figure (il ronzino "Sorrow") ma quello che mi preme di più è cercare di esprimere la particolarità di questa canzone, del suo ritmo simile a quello di un valzer omicida e solitario, fra grida di sogni ormai dimenticati... Verrà ripresa anche da Wim Wenders che la metterà ne "Il Cielo Sopra Berlino" in una scena in cui una acrobata in preda alla malinconia la ascolta nella sua roulotte fatiscente. Credo che ognuno, dovrebbe sentirla almeno una volta: è un po' come Venezia, bisogna andarci almeno una volta nella vita! L'album si chiude con "Scum" uno scracchio, inizia la canzone e poi un ritmo ripetuto e scanzonato un po' cattivo. In fondo è questo il movente dell'album: disprezzo e distanza, scatarrare nei "vostri piatti migliori", e l'esigenza di volersi sentire bene, in questo mondo...
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