Premessa: Fra i ricordi di chi ha conosciuto Nick Drake in vita, ce n'è uno strettamente legato all'album "Time of no reply". Non essendo propriamente una storia di dominio pubblico e non avendone letto alcun accenno nelle altre pagine di DeB dedicate a Nick, ho pensato di raccontarla. Sia chiaro, il mio non è uno scoop, questo aneddoto si conosce almeno dal 1999. Se qualcuno ne è già al corrente e vuole andarsi a leggere un altra recensione, ha tutta la mia comprensione. . .

Robin Frederick è una cantante e scrittrice di canzoni di origine americana. Ha pubblicato albums, ha condotto seminari, ha lavorato sia per il cinema che per la televisione (soprattutto "Disney channel"). Nel 1967, Robin era una diciannovenne piena di vigore e alti ideali. Nel marzo di quell'anno si trovava in vacanza a Aix en Provence, nel sud della Francia. Cantava classici folk, blues e Jazz, con un suo compagno di studio in un cabaret. Una sera, al termine dell'esibizione, venne avvicinata da due ragazzi inglesi anch'essi lì in vacanza. Uno di questi, guarda un po', si chiamava Nick Drake.

Nick si mostrò timido e impacciato, ma anche estremamente cortese. Si interessò alle canzoni di Robin e a una di esse in particolare: "Been smoking too long", un blues al passo con i tempi. Robin scrisse il testo della canzone su un foglio di carta senza alcun accenno alla musica dato che Nick non ne aveva alcun bisogno. . . Da quel momento in avanti quei due si incontrarono spesso e volentieri per cantare e suonare insieme.

Vuoi perchè i tempi erano caldi e la rivoluzione era nell'aria, vuoi perchè si trovavano in Francia, patria putativa e non di molti grandi artisti, vuoi perchè Nick dopotutto era un bel ragazzone, Robin si innamorò perdutamente. Ma quel ragazzone era poco comunicativo: a parte i momenti in cui prendevano la chitarra e cantavano, Robin si doveva adeguare ai di lui passa tempi. Per esempio stavano ore seduti su un divano guardando una parete senza spiccicare parola. Il tutto nel cuore della notte. . .

Un brutto giorno la vacanza finì e i due si lasciarono. Nick partì per il Marocco quasi senza salutare e Robin fece l'unica cosa che una cantautrice farebbe in un caso come questo. Sfogò la delusione scrivendo una canzone: "Sandy gray". Poi partì per un viaggio. Se ne andò prima in Grecia e poi in Inghilterra. Nick, non l'ha mai più rivisto. "Been smoking too long" non l'ha mai più cantata.

"Sandy gray" per un bizzaro scherzo del destino apparirà su "London conversation", esordio discografico di John Martyn. Successivamente John Martyn diventerà molto intimo dell'uomo a cui "Sandy gray" era dedicata e, come sappiamo, nel 1973 a sua volta gli renderà omaggio nella canzone "Solid air".

Bene, ora dobbiamo fare un salto in avanti nel tempo. Un giorno imprecisato del 1992 Robin Frederick si trovava in un ufficio della sua casa discografica in compagnia del suo produttore. Egli (il produttore) le fece un regalo. Un disco a firma Nick Drake. Titolo: "Time of no reply". Cioè l'album che contiene le quattro ultime canzoni che Nick incise prima di morire ("Black eyed dog", "Hangin' on a star", "Rider on the wheel" e "Voice from the mountain"), e alcuni brani presi dalle sessions di "Five leaves left" e "Bryter layter" ("Time of no reply", "Made to love magic", "Mayfair", "The thoughts of Mary Jane", "Joey", "Fly" e "Man in a shed").

Una piccola divagazione: di fronte a operazioni di questo tipo di solito il fan affezionato prorompe in esclamazioni tipo: "Squallida operazione commerciale". Non è questo il caso. A Joe Boyd, produttore storico di Nick, va infatti dato atto di aver sempre lavorato per tenere alto il ricordo del suo protetto. Come? Per esempio battendosi affinchè i tre album ufficiali, non propriamente dei "Best sellers", non fossero messi fuori catalogo dalla Island. Inoltre in questa pubblicazione John non ha aggiunto nulla a ciò che Nick registrò a suo tempo. Semmai ha tolto qualcosa: "Fly" e "Man in a shed" per esempio appaiono qui nella forma in cui sono state pensate: voce e chitarra. Niente violini o altro. Con tutto il rispetto per Robert Kirby, bravissimo arrangiatore, forse questo è il modo migliore per gustarsi la musica di Nick.

In "Time of no reply" ci sono anche due canzoni appartenenti alla fase pre "Five leaves left": "Strange meeting II" e "Been smoking too long". Quando Robin Frederick sentì "Been smoking. . . ", comprensibilmente le prese un colpo. Tornò con la memoria a venticinque anni prima ecc. . . Ma stranamente fù certa che quella era proprio la sua canzone quando s'accorse che Nick aveva cambiato un verso: da "Got the marijauana blues" a "Got no other life to choose": per chi conosce a fondo il personaggio, un verso tipicamente a la Nick Drake. Colta da un turbinio di emozioni, Robin si bevve l'album tutto d'un fiato. Almeno fino a "Black eyed dog". Arrivata a quel punto dovette interrompere l'ascolto perchè il senso di vuoto e di morte che la voce di Nick porta con sé in quella canzone, (canzone per altro dal tono almeno apparentemente tutto meno che tragico) era per lei insopportabile. Ma questa è la musica di Nick Drake. Musica affabile,  semplice all'apparenza, ma lucidamente, direi normalmente tragica nei testi e nell'interpretazione. E "Black eyed dog" di tutto ciò è il non plus ultra. Joe Boyd ha raccontato più volte che quando venne registrata, Nick non era in grado di suonare e cantare nello stesso tempo. Dovettero registrare prima la chitarra e poi la voce. Non era mai successo prima. Nick era allo stremo e in quel brano si sente eccome.

Che sia per questo che fra tutte le sue canzoni, "Black eyed dog" è la mia preferita?

P.S. Chi volesse leggere la storia di Robin dalla sua "viva voce" può farlo qui. Qui invece potete leggere il testo e sentire varie versioni di "Been Smoking Too Long". Grazie dell'attenzione.

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