No... proprio non ci siamo, inutile girarci intorno, ma i Nightwish questa volta hanno toppato. 

Questo nuovo "Dark Passion Play" è il classicissimo disco che non porta da nessuna parte, pienissimo di motivi già sentiti, scontati, riciclati fino alla nausea: se già eravate rimasti delusi dal comunque migliore "Once" del 2004, questo D.P.P. non vi farà assolutamente cambiare idea sulla band capitanata da Toumas Holopainen dal momento che sembra ascoltare vari estratti presi da "Century Child" e "Once", il tutto con il grave handicap di avere dietro il microfono la più comune delle cantanti, dotata si di una discreta tecnica, ma non altrettanto dotata dal punto di vista espressivo e personale.

Il disco viene aperta dalla lunghissima suite "The Poet And The Pendulum": 13 minuti di banalità, un misto tra "Ghost Love Score", "Beauty Of The Beast", "The Siren" (la parte coi violini dai 7 minuti in poi) e tante altre canzoncine di vecchia produzione che la band ha letteralmente tagliato e incollato, creando questo collage assolutamente riuscito; tra l'altro anche la voce del buon Marco Hietala, che fino ad ora si era dimostrato un buon diversivo nelle canzoni dei finlandesi riesce a migliorare la situazione, pur sfoderando una performance buona. In tutto questo almeno un qualche cosa di buono ne esce però, sto parlando del minuti strumentale che parte al 10' fino all'11'.

Si prosegue con "Bye Bye Beautiful", un misto tra "Ocean Soul" e "Dead To The World", il tutto calato in un atmosfera più easy, che cerca di rimarcare quanto siano diventati un fenomeno da mainstream i Nightwish (non voglio offendere la band con questa affermazione, ma è un dato di fatto, che grazie a dei buoni lavori precedentemente svolti i nostri siamo diventati delle vere rock-star). Anche in questo pezzo assistiamo al duetto vocale Marco/Anette, quest'ultima che cerca di trovare, pur non riuscendoci a pieno, una strada un poco più personale. Discreto il break pseudo-industrial che quanto meno rende più sopportabile il pezzo.

Andando avanti si ritrovano ancora una volta soluzioni del passato anche nel secondo singolo "Amaranth", che pur non brillando per originalità, musicalmente aveva fatto sperare bene, dal momento che risulta essere una canzone catchy, dotata di un chorus davvero esemplare; la successiva "Cadence Of Her Last Breath" fa continuare il discorso intrapreso con i pezzi precedenti: riscontrabili forti deja-vu del passato e richiami forti a band quali Evanescence.

"Master Passion Greed" è forse il pezzo assieme ad Amaranth più gradevole della prima parte (tastiere d'apertura a parte), causa l'aggressività sprigionata dai nostri, anche se le liriche non brillano per originalità, ma va bene lo stesso, almeno questa volta il pezzo risulta gradevole.

Tralasciabile la ballad "Eva", davvero priva di spessore artistico, per altro spudoratamente copiata da un'altra ballata.

Per tornare ad ascoltare qualche cosa di decente bisogna aspettare "For The Heart I Once Had", quanto meno dotata di una bella melodia, anche se Anette compie un lavoro quanto meno penoso scimmiottando colleghe ben più famose facenti parte del movimento pop.

Ora in questa fiera di banalità e tristezza (per chi ascolta) si arriva ad un punto di svolta, si spera: "The Islander", è una cosa fantastica, sicuramente il miglior pezzo dell'album e uno dei migliori dei Nightwish, presentandosi come track totalmente acustica, senza che l'orchestra rovini l'ensemble musicale. Splendido il testo eseguito magistralmente da Marco e questa volta anche da Anette che sfodera una voce niente male, particolarmente adatta a questo tipo di pezzi.

Anche la successiva "Last Of The Wilds" rappresenta un momento positivo dell'album, con il suo incedere folkish davvero gustoso: uno strumentale con i fiocchi, che alza un pochino il livello dell'album.

Le ultime due tracks "7 Days To The Wolves" e "Meadows Of Heaven", proprio come "Sahara" ed "Whoever Brings The Night" non riescono neanche a lasciare un segno, positivo o negativo che sia, nell'ascoltatore.

Mi spiace moltissimo dover stroncare questo disco, anche in vista del fatto che ero davvero impaziente di sentire questa nuova cantante all'opera: spero con tutto me stesso che i Nightwish riescano a ritrovare una dimensione a loro congeniale e che tornino a comporre i bei lavori di una volta.

Per ora mi spiace ma non si va oltre un 2,5/5

Elenco tracce e testi

01   Erämaan viimeinen (feat. Jonsu) (05:11)

02   Escapist (04:59)

Who's there knocking at my window?
The Owl and the Dead Boy
This night whispers my name
All the dying children

Virgin snow beneath my feet
Painting the world in white
I tread the way and lose myself into a tale

Come hell or high water
My search will go on
Clayborn Voyage without an end

A nightingale in a golden cage
That's me locked inside reality's maze
Come someone make my heavy heart light
Come undone bring me back to life
It all starts with a lullaby

Journey homeward bound
A sound of a dolphin calling
Tearing off the mask of man
The Tower my sole guide
This is who I am
Escapist, paradise seeker
Farewell now time to fly
Out of sight, out of time, away from all lies

A nightingale in a golden cage
That's me locked inside reality's maze
Come someone make my heavy heart light
Come undone bring me back to life
It all starts with a lullaby

03   Meadows of Heaven (orchestral version) (07:13)

04   The Poet and the Pendulum (demo version) (13:45)

05   Bye Bye Beautiful (DJ Orkidea remix) (12:07)

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Altre recensioni

Di  Il Grande Hallel

 Dark Passion Play è innanzitutto un disco rappresentativo del periodo in cui è nato.

 La mancanza di un filo conduttore rende dispersivo l'ascolto, le prestazioni altalenanti di Anette danno a volte rabbia ed irritazione.


Di  Just_emi94

 Perché questo obrobrio targato Nightwish sicuramente non è un album.

 Che merda. Grazie Nightwish per averci donato un album colmo di cacca di jak.


Di  Werewolf

 "Mai farsi odiare dai Nightwish."

 "Dark Passion Play è un album riflessivo, di alto livello compositivo, che richiede impegno a più livelli."


Di  Amarantha

 Se con quest’album Holopainen voleva dimostrare che i Nightwish senza Tarja non perdono niente, c’è riuscito benissimo.

 Il singolo 'Eva' è dolce e malinconico, un lampo di luce nel Dark Passion Play che racconta storie di speranza e infanzia.