Augusto Daolio: Voce e Chitarra.   
Beppe Carletti: Tastiere, Pianoforte e Fisarmonica.   
Dante Pergreffi: Basso.  
Cico Falzone: Chitarra.        
Daniele Campani: Batteria e Percussioni.                          

1) Il Paese Delle Favole; 2) C'è Un Re; 3) Ma Che Film La Vita; 4) Suoni; 5) Salvador; 6) Ricordati Di Cico; 7) Primavera Di Praga; 8) Mercanti e Servi; 9) L'Uomo Di Monaco; 10) Un Giorno Insieme; 11) Auschwitz; 12) Gli Aironi Neri; 13) Gordon; 14) Canzone Per Un'Amica; 15) Dio è Morto; 16) Io Vagabondo (Te Deum Con).

Questo disco rappresenta uno dei migliori live della storia della musica italiana, ed è in pratica l'epitaffio di Augusto Daolio, morto poco più di un mese prima dell'uscita del disco, il 7 ottobre nella sua casa a Novellara, stroncato da un tumore individuato solo 7 mesi prima. Se andava così uno dei più grandi uomini della storia della musica: cantante, autore, poeta, pittore e, prima di tutto, un grande uomo.
Per i Nomadi è l'anno più triste della loro pluriquarantennale carriera: la scomparsa dello storico vocalist segue a quella del bassista Dante Pergreffi, con la band dal 1984, in un incidente stradale, avvenuto il 14 maggio 1992. Tutto ciò potrebbe apparire ironico, poiché questo "anno nero" segue al periodo più felice della loro storia: nel 1989 escono dal gruppo, in seguito ad una disputa con il duo Carletti - Daolio, il chitarrista e violinista Cristopher Patrick Dennis (1975 - 1989) e il batterista Paolo Lancellotti (1969 - 1989), favorendo così l'ingresso del virtuoso chitarrista Cico Falzone e di Daniele Campani, autentico schiacciasassi alla batteria, entrambi ancora oggi con la band.
Il frutto di questa unione sono due album di inediti: "Solo Nomadi" del 1990 tende a svecchiare il sound del gruppo, proponendo motivi nuovi e accentrando l'operazione sull'asse compositivo Daolio (testi) - Carletti (musiche) - Veroli (produzione e arrangiamenti), e dando vita a grandi canzoni come "Salaam, Ragazzi Dell'Olivo", "Salvador" e "Senza Patria". Nel 1991 esce "Gente Come Noi", uno dei migliori album della storia del gruppo, determinando un successo senza precedenti, con grandissime interpretazioni vocali di Augusto e in funambolici arrangiamenti, con pezzi come "C'è Un Re", "Uno Come Noi", "Dam Un Bes", "Il Serpente Piumato", ecc... Nel 1992 esce "Ma Noi No", in cui i 5 reinterpretano vecchi successi del gruppo, dagli esordi a oggi, tributando il disco a Dante Pergreffi, scomparso poco prima dell'uscita.
Quando muore Augusto, Beppe Carletti da ascolto ai desideri dei fan e fa si che possano ascoltare le ultime, straordinarie performance del loro idolo, pubblicando questo splendido live, composto da 16 grandi canzoni, che privilegiano il repertorio di questa nuova formazione, ma non escludono i grandi classici, mostrando un Augusto in piena forma, in grado di passare da toni bassi e caldi a grandiosi acuti, e inserendo anche alcuni spezzoni in cui il grande vocalist dialoga con il pubblico. Si apre con la rilettura de "Il Paese Delle Favole", donandole una dimensione più folk rispetto all'originale, per passare poi a "C'è Un Re", eseguita magnificamente, così come la successiva "Ma Che Film La Vita", introdotta dall'imperioso riff di chitarra di Cico, accompagnato inizialmente solo dalla batteria, per poi passare, dopo un commovente saluto di Augusto ai componenti del gruppo, ad una straordinaria esecuzione di "Suoni", in cui il vocalist canta meglio che nell'originale. Alla numero 5 prende posto "Salvador", la cui esecuzione è perfetta, per andare a "Ricordati di Chico", dal taglio più rock rispetto alla versione di studio, mentre alla numero 7 prende posto il primo classico "gucciniano": la bellissima "Primavera Di Praga", a cui l'interpretazione di Augusto conferisce un'intensità irripetibile. "Mercanti e Servi" occupa l'ottava piazza, in una versione puramente hard rock, trascinando l'ascoltatore come meglio non potrebbe, per poi rilassarlo con "L'Uomo Di Monaco". Alla dieci prende posto "Un Giorno Insieme", che dura fino al primo ritornello, con Augusto accompagnato dallo struggente piano di Beppe, per poi passare ad "Auschwitz", canzone senza tempo, illuminata dagli straordinari arrangiamenti del gruppo e da una grandiosa interpretazione di Augusto, che gli conferiscono un'aria solenne di cui aveva bisogno.
Seguono la intensa "Gli Aironi Neri" e una grande "Gordon", chiusa dalle urla di Ago. Alla fine è posto "il terzetto d'oro", con cui il gruppo chiuderà tutti i concerti da qui ad oggi: "Canzone Per Un'Amica" si giova di un arrangiamento puramente rock e di una delle migliori interpretazioni della carriera di Augusto, così come "Dio è Morto", che introduce il bellissimo discorso che Augusto decanta sulle note iniziali di "Io Vagabondo", che una volta iniziata coinvolge completamente l'ascoltatore per tutta la sua durata, per arrivare fino al ritornello finale, in cui Augusto mette l'anima, e il pubblico canta all'unisono con lui uno dei pezzi migliori della musica italiana, per poi continuare con la marcia europea, gran trovata dei cinque, sperando che non termini mai, per restare come incollati all'ultima straordinaria prestazione di Augusto, che ha deciso di lasciarci così...

Il disco in 15 giorni vende 115.000 copie. Non serve dire altro...

Elenco tracce testi e video

01   Il paese delle favole (05:07)

02   C'è un re (04:03)

03   Ma che film la vita (04:37)

04   Suoni (03:35)

05   Salvador (03:29)

06   Ricordati di Cico (03:59)

07   Primavera di Praga (03:15)

08   Mercanti e servi (04:44)

In casa dei mercanti sembra sempre grande festa

se c'è il maiale gli tagliano la testa,

la casa dei mercanti, nascosta, blindata

dal resto del mondo, protetta isolata.



In casa dei servi si aspetta la festa

ma se non è quel giorno la speranza resta,

la casa dei servi, casa da rifare,

ai primi scossoni, può anche crollare.



La casa dei mercanti è alta su quel monte

la casa dei servi è in basso dopo il ponte.



Ma le paure, scendono giù

mentre i sogni, salgono su,

salgono su.



Le figlie dei mercanti, pallide e belle

apron le finestre è normale ci son le stelle,

sembrano felici ma la noia è in agguato

nel loro dorato privilegio incantato.



Le figlie dei servi hanno guance rosse,

soffrono tingono gonne rosse,

leggono romanzi con intrecci rosa,

sognano palazzi e abiti da sposa.



La casa dei mercanti è alta su quel monte

la casa dei servi è in basso dopo il ponte.



Ma le paure, scendono giù

mentre i sogni, salgono su,

salgono su.



Mercanti e servi,

la stessa vita,

sogni o denari,

sabbia fra le dita,

sabbia fra le dita.

09   L'uomo di Monaco (04:20)

10   Un giorno insieme (01:34)

11   La canzone del bambino nel vento (Auschwitz) (06:19)

12   Gli aironi neri (04:41)

13   Gordon (04:08)

Ritorna al tuo pianeta Mongo
torna al tuo sole Gordon
non vagare per universi bui
di una falsa coscienza
non andare nel freddo
di un niente che speranza
più non ha.
Hai staccato il tuo segnale
che ti legava alla Terra
ti sei levato dalla rotta
dell'astronave guida
credi di poter andare da solo
nel vero al di là.
Per i pazzi non c'è più pace
e tu sei pazzo Gordon
dentro il freddo non c'è vita
e tu sei morto Mongo
un fantasma opalescente
maledetto nel ricordo della sua gente

14   Canzone per un'amica (04:42)

Lunga e diritta correva la strada
L'auto veloce correva
La dolce estate era già cominciata
Vicino a lui sorrideva
(Vicino a lui sorrideva)
Forte la mano teneva il volante
Forte il motore cantava
Non lo sapevi che c'era la morte
Quel giorno che ti aspettava
(Quel giorno che ti aspettava)
Non lo sapevi che c'era la morte
Quando si è giovani è strano
poter pensare che la nostra sorte
venga e ci prenda per mano
(venga e ci prenda per mano)
Non lo sapevi ma cosa hai provato
Quando la strada è impazzita
Quando la macchina è uscita di lato
E sopra un'altra è finita
(E sopra un'altra è finita)
Non lo sapevi ma cosa hai sentito
Quando lo schianto ti ha uccisa
Quando anche il cielo di sopra è crollato
Quando la vita è fuggita
(Quando la vita è fuggita)
Dopo il silenzio soltanto e regnato
tra le lamiere contorte
sull'autostrada cercavi la vita
ma ti ha incontrato la morte
(ma ti ha incontrato la morte)
Vorrei sapere a cosa è servito
Vivere, amare, soffrire
Spendere tutti i tuoi giorni passati
Se presto hai dovuto morire
(Se presto hai dovuto morire)
Voglio però ricordarti com'eri
Pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti
Che come allora sorridi
(Che come allora sorridi)


Voglio però ricordarti com'eri
Pensare che ancora vivi
Voglio pensare che ancora mi ascolti
Che come allora sorridi
(Che come allora sorridi)

15   Dio è morto (02:45)

Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già
Lungo le notti che dal vino son bagnate
Dentro le stanze da pastiglie trasformate
Lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città,
Essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà
E un Dio che è morto
Ai bordi delle strade Dio è morto
Nelle auto prese a rate Dio è morto
Nei miti dell'estate Dio è morto.
Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perché è venuto il momento di negare tutto ciò che è falsità
Le fedi fatte di abitudini e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un Dio che è morto
Nei campi di sterminio Dio è morto
Coi miti della razza Dio è morto
Con gli odi di partito Dio è morto.
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni
E poi risorge
In ciò che noi crediamo Dio è risorto
In ciò che noi vogliamo Dio è risorto
Nel mondo che faremo
Dio è risorto,
Dio è risorto

16   Io vagabondo / Te Deum (08:17)

Carico i commenti...  con calma

Altre recensioni

Di  Masahiro

 L'averti saputo amico ci farà scontare pene meno amare...

 La Canzone Del Bimbo Nel Vento è imponente, triste, rende alla perfezione l'idea dell'orrore vissuto.


Di  STIPE

 La voce di Augusto trasmetteva un calore unico, era come se lui cantava vicino all'ascoltatore.

 Per me questa canzone ha un significato particolare.