I Nothing But Thieves arrivano da Southend-Of-Sea, Essex (UK). Sono in cinque, giovanissimi (la band è stata fondata solo nel 2012) ed arrivano all’esordio con un album eponimo, schizzato subito ai vertici della classifica britannica.

Non che successo commerciale significhi anche qualità, ovviamente, ma è la personalità di questi ragazzi a colpire, prima di ogni altra cosa. Band di apertura dei Muse (anche allo scorso Rock In Roma) senza ancora aver esordito su disco, si sono guadagnati un discreto seguito di fans con vari ep e singoli di ottima fattura, molti dei quali sono confluiti nell’esordio in oggetto.

La vocalità del bravissimo frontman Conor Mason e certi intrecci chitarristici riportano proprio ai fratelloni maggiori capitanati da Matt Bellamy, specialmente in alcuni pezzi in particolare, come nella martellante “Ban All The Music” o nella sublime opener “Excuse Me”. Per non parlare della ballad per piano e voce “Lover, Please Stay”, evidentemente debitrice del capolavoro “Unintended”. Altrove, sono i primi Radiohead (quelli di “The Bends”, non di “Pablo Honey”) a far capolino, come nel crescendo evocativo di “If I Get High”.

Nel resto del lavoro, troviamo con gioia maggiori tracce di personalità. “Wake Up Call” dimostra che i ragazzi sanno come far funzionare un singolo, “Itch” è un bel rockaccio aggressivo che ha già fatto breccia ai tempi della sua uscita precedente. “Hostage” spinge l’acceleratore sulla matrice pop della musica dei cinque, anche se gli arrangiamenti rimangono martellanti ed incisivi, mentre prima della soffusa chiusura con “Tempt You (Evocatio)” c’è tempo per tornare a spingere sul rock (“Trip Switch” e “Drawing Pins”, una delle migliori) e accelerare sino a sfiorare il punk (“Painkiller”).

I Nothing But Thieves consegnano al mercato un signor esordio, che forse ha il difetto in alcuni frangenti di peccare in personalità. Difetto rimediabile, vista l’abilità della band nel costruire melodie che lasciano il segno.

La sensazione di esser ben consci di dove voler andare a parare, poi, li piazza di diritto nelle prime posizioni tra le band più promettenti del variopinto panorama musicale albionico.

Miglior pezzo: Excuse Me

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