Muoversi tra i vicoli e le piazze, tra l'odore del mare e il fetore del carico dei pescatori che impregna l'aria. Divincolarsi tra le persone che affollano la città, chi per compere, chi per ostentare la propria nobiltà e chi per sopravvivere, nei modi più disparati: è l'arte dell'arrangiarsi.
Nella Napoli dei Borbone, nonostante la vita fosse dura, non era raro imbattersi in musicisti dilettanti che portavano in giro la propria musica. Note ricche di ironia, pathos oppure semplicemente scariche di adrenalina musicale.

Passano trecento anni e un gruppo di musicisti partenopei formano la Nuova Compagnia di Campo Popolare con lo scopo di riportare in auge quei versi e quelle strofe che risuonavano secoli prima. Cominciano, quindi, gli studi e le ricerche etno-musicologiche per poter recuperare le testimonianze del periodo Borbonico.

"La Serpe a Carolina" è il terzo album prodotto dalla NCCP (dopo "Cicerenella" e "Lo Guarracino"). A realizzarlo sono Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello, Peppe Barra, Fausta Vetere, Nunzio Areni e Patrizio Trampetti, sottoposti alla direzione artistica del maestro Roberto De Simone. Tutti ottimi talenti musicali, dotati anche di un'ottima teatralità nei gesti (dote fondamentale nelle esibizioni dal vivo). Gli strumenti sono quelli della tradizione popolare: chitarre, flauti, violini, i "putipù" e i "triccheballacche". Il risultato è un disco magnetico ed elettrizzante, nel si respirano le varie facce della Napoli settecentesca.

Tra gli elementi tipici della vita quotidiana di Napoli vi è la superstizione religiosa, presente nei brani "Madonna tu mi fai" e "De la cruel morte de Cristo", sul ritmo della musica sacra con influenze popolari.
"Il Mattacino" è una moresca e secondo i canoni popolari questo tipo di canzone veniva eseguita per scongiurare le disgrazie come le pestilenze. Il lavoro vocale del gruppo è fenomenale in tutte le canzoni, le varie voci contrastano tra loro e allo stesso tempo formano un coro uniforme. Si va dalla voce fiera di Peppe Barra a quella nasale e caratteristica di Giovanni Mauriello, con la presenza delle ugole gentili di Trampetti, Bennato e della Vetere.

La NCCP racconta anche momenti di vita quotidiana, come il duello tra cantanti in "Canta a 'ffigliola"; dipinge la tipica anziana, ruffiana e intrigante, dei "bassi" con la villanella "O Vecchia"; non mancano neanche i brani più movimentati con "Ballo di Sfessania" (seguendo il ritmo tipico della tarantella) e "La 'Ndrezzata, canzone ischitana; al suo interno v'è anche un intermezzo recitato a gran voce da Peppe Barra.C'è spazio anche per la satira politica, nella calma title-track. "La Serpe a Carolina" è un esplicito rimprovero al malgoverno della Regina di Borbone e ai suoi numerosi amanti.
Chiude l'album un brano strumentale, il classico della musica napoletana: la "Tarantella del '600". Canzone eseguita con una tecnica impeccabile alla velocità giusta. Il ballo dei tarantolati è trascinante, bellissimo da ascoltare, rievoca tempi andati, una Napoli diversa e allo stesso tempo sempre uguale.

La NCCP rappresenta per il mondo intero l'espressione massima dell'arte musicale napoletana. Un forma musicale che assolutamente va rivalutata e diffusa nel panorama artistico italiano e mondiale, per scongiurare la sempre più prorompente invasione della volgarità neomelodica.

Elenco e tracce

01   Madonna Tu Mi Fai (03:00)

02   Il Mattacino (04:20)

03   De La Crudel Morte Di Cristo (03:04)

04   'Ndrezzata (07:36)

05   La Serpe A Carolina (03:20)

06   Cantà A Ffigliola (03:21)

07   Ballo Di Sfessania (02:44)

08   O Vecchia (03:37)

09   Pecchianella D'Uttajano (03:15)

10   Tarantella Del 600 (01:56)

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