Spesso ingiustamente ignorati, i Nuova Idea hanno rappresentato uno tra i primi veri gruppi progressive della storia del "Pop Italiano": nati nel 1969 con il nome di Plep, i Nuova Idea assumeranno la loro denominazione più famosa nel 1970, cominciando a produrre numerosi lavori sotto diverse nomenclature, a causa di numerosi problemi contrattuali: ecco quindi arrivare le pubblicazioni, sotto il nome di The Underground Set, dell'album omonimo (1970, Radio Records), di War In The Night Before (1971, Tickle) e di Psycheground (1970, Lupus), quest'ultimo sotto il nome di The Psycheground Group; la reale identità celata dietro questi due, misteriosi gruppi rimarrà oscura per almeno 40 anni, visto che tali lavori si distanziano notevolmente dagli album prodotti dai Nuova Idea, mostrando un sound maggiormente psichedelico e meno "progressive".

Il nucleo storico dei Nuova Idea era formato da Marco Zoccheddu e Claudio Ghiglino alla chitarra, da Giorgio Usai alle tastiere e alla voce, da Enrico Casagni al basso e al flauto e da Paolo Siani alla batteria, formazione che esordirà con successo al Festival Pop di Viareggio per poi pubblicare il primo album con la denominazione "Nuova Idea", In The Beginning (1971, Ariston Records). Il lavoro in questione, contestualizzato all'interno del periodo musicale italiano di quegli anni, risulta estremamente innovativo: la PFM e il Banco dovevano ancora arrivare, Le Orme erano ancora alle prese con le profusioni psichedeliche sessantottine e i The Trip rappresentavano un'alternativa troppo debita al rock inglese per esser considerata "autoctona"; i Nuova Idea, mostreranno originalità, energia e perizia tecnica, distinguendosi dalla stramaggioranza dei gruppi dell'epoca e facendo quasi da battistrada per il futuro del Pop Italiano... seppur a metà.

Il fulcro dell'LP, infatti, va individuato nella lunga suite che copre l'intero lato A, una tra le prime in Italia: Come, Come, Come... (Vieni, Vieni, Vieni) si basa su Macbeth, celeberrima opera di Shakespeare che trova, grazie ai Nuova Idea, una convincente dimensione musicale; il lungo brano è ben strutturato, sia sotto il profilo della tessitura strumentale, sia sotto il versante "testi", ben cantati e fortemente ispirati. Il Lato A di In The Beginning lascia presagire al meglio, vista la qualità evidente del brano e dei musicisti: tra assoli sfrenati di batteria e riff avvincenti, gli ingredienti per sperare in un prosieguo di album così maestoso ci sono tutti, ma la doccia gelata è pronta a sommergere l'ascoltatore.

Il lato B, seppur ben suonato, contiene pezzi nettamente più deboli rispetto alla lunga suite di partenza, sia sotto il punto di vista strutturale che su quello tematico: spensierate storie d'amore e sonorità più debite al tardo-beat che al prog rendono la seconda metà di In The Beginning diametralmente opposta alla prima, tanto da credere di trovarsi di fronte ad un altro album. Un vero peccato, che probabilmente ha impedito all'album di divenire un vero e proprio classico del Rock Progressivo Italiano.

Dopo l'abbandono di Zoccheddu (che andrà a formare gli Osage Tribe), la band saprà parzialmente riscattarsi con Mr E. Jones (1972, Ariston Records), LP maggiormente coeso e coerente rispetto al lavoro antecedente, e con il capolavoro del gruppo, Clowns (1973, Ariston Records), che rappresenterà il vertice qualitativo dei Nuova Idea, uno tra i gruppi italiani più originali dell'epoca: nel 1971, forse, solo band come Osanna, Rovescio della Medaglia, Delirium e i già citati The Trip seppero rappresentare al meglio quel genere che in futuro verrà definito progressive; il Banco, le Orme e la PFM sarebbero diventati dei capisaldi del prog italiano solo qualche tempo dopo... nel frattempo, c'erano anche i Nuova Idea.

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