Pensate alla statua più imponente del mondo, alta milioni di miliardi di chilometri e larga altrettanti: impossibile, per chi vi sta ai piedi, apprezzarne le proporzioni, le grazie, le curve.
Pensate ad un dipinto dalla superficie infinita, miliardi di miliardi di chilometri quadrati: per chi siede su un pigmento di colore, come apprezzarne la grandiosità, le forme, le sfumature?
Pensate all'universo infinito, oppure ad un atomo osservato per mezzo del più potente dei microscopi: impossibile coglierne i contorni, impossibile carpirne i segreti.
"Soliloquy for Lilith" è imperscrutabile, anzi, è l'imperscrutabilità fatta “musica”.
Pubblicato nel 1988, è un'opera titanica ed al tempo stessa lillipuziana: 3 album, 8 tracce, 146 minuti e 38 secondi di niente o poco di più. O molto di più.
Non è ambient, non è industrial, non è kosmische, non è musica esoterica, non è avanguardia, non è musica da meditazione, non sono droni: è tutto questo, e molto di più.
Un'unica sorgente di suono: un insieme di suoni fusi e ripetuti in loop, cerchi concentrici disegnati con strani gesti della mano compiuti nell'aria, come se masticati e sputati dalle fauci tremende di un theremin, il più antico strumento elettronico conosciuto. Effetti di chitarra modulati pestando pedali in un sali scendi da cardiopalma, un estenuante ondeggiare che volge all'infinito, colorandosi di infinite sfumature che crescono affondando nel nero metalizzato, affiorando poi nel semi-nero elettrico, tornando infine al nero arrugginito.
Si ringrazia l'elettricità nelle note interne del booklet, e qui cito Wikipedia alla voce Theremin, che ci aiuta a comprendere l'incomprensibile:
"Questo strumento è composto fondamentalmente da due antenne poste sopra e a lato di un contenitore nel quale è alloggiata tutta l'elettronica. Il controllo avviene allontanando e avvicinando le mani alle antenne: mediante quella superiore (posizionata verticalmente) si controlla l'altezza del suono, quella laterale (posta orizzontalmente) permette di regolarne l'ampiezza. Il suono può variare tra quello di un violino e quello vocale. Lo strumento è considerato molto difficile da suonare proprio perché lo si suona senza toccarlo".
Ecco perché si ringrazia l'elettricità. Stapleton, fisico del suono, inventa il più grande microscopio del mondo (se medesimo) e scava dentro il suono, oltre la musica, oltre l'arte, oltre il divino, e raggiunge territori inesplorabili ad occhio nudo, oltre ogni concezione scientifica, oltre ogni concezione umana e soprannaturale.
"Soliloquy for Lilith" è un vaso di Pandora vuoto, una cripta senza morti, la Cappella Sistina dipinta con il petrolio, è la Fossa delle Marianne della musica: un inesorabile ed inesplicabile sprofondare nell'oceano del suono, un abisso infinito ed enigmatico che si affaccia in superficie con i contorni di una putrida goccia d'acqua.
Resta da capire quando e come (in che stato psico-fisico, intendo) ascoltare una roba del genere. Da lucidi? Nel dormiveglia? Praticando yoga? Pregando Dio? Celebrando il Diavolo? In stato di ebrezza? In overdose? In punto di morte?
Da morti? Probabilmente...
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di Rocky Marciano
Una band inglese ormai ex industrial-noise chiamata Nurse With Wound nel 1988 crea e delinea un'opera gigantesca, sperimentale, avanguardista ed estrema.
L'universo esplorato è fermo, immobile, condannato al buio e alla staticità siderale.