Il titolo: Coquelicot addormentata tra i papaveri.
Il concept: La grottesca creatura del titolo decide di sperimentare la vita degli esseri umani, e per farlo sceglie la via del sogno…
La musica: Pop sghembo e surreale, colorato ed esplosivo, a tratti kitsch, in una parola psichedelico. Barocchismi freak e destrutturazione della forma canzone classica. 69 minuti privi di linearità, non un attimo di respiro, saltando da un punto ad un altro senza un’apparente logica. Brani in generale brevi; unica eccezione i prolissi 18 minuti tra vaudeville e neo-classica di “The Hopeless Opus”, relegata in chiusura.
Le influenze: L’album vive di ipercitazionismo. Innegabili nella musica degli of Montreal le influenze sixties dei Beatles di “Sgt. Pepper” e “Magical Mistery Tour”, dei Floyd era-Barrett (i primi singoli in particolare), ma anche gruppi “minori” come Zombies e Kinks. Kevin Barnes, mente della band, cita anche “Smile” dei Beach Boys, Os Mutantes e Zappa.
Il contesto spazio-temporale: Athens (Georgia) nella seconda metà degli anni novanta, in ambito musicale, vuol dire Elephant 6, ossia un collettivo (anche se definirlo in maniera tale è riduttivo) che comprendeva tra gli altri gruppi come Neutral Milk Hotel, Olivia Tremor Control e Apples In Stereo.
Let's Do Everything For the First Time Forever
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