Delle volte fa bene staccare il cervello.
L'importante è non lanciarlo troppo lontano e ricordarsi dove lo si ha appoggiato. Un po' come le chiavi di casa insomma.
Fuori dalle palle i cultori della psichedelia applicata al rock.
Fuori dalle palle i perennemente corrucciati adepti del depressive doom.
Fuori dalle palle quelli che le chiavi di casa le hanno sempre appresso, magari ben assicurate con simpatiche cordicelle ai pantaloni.
Dentro assatanati barboni, smanicati e sdruciti al punto giusto.
Pancia d'ordinanza ben in vista, pugno in aria e semi paresi cervicale causa headbanging furioso.
Gli Orange Goblin sono dei bastardissimi metallari ormai. Poche storie. Non hanno dimenticato tutto del loro passato, questo no. Se siete abbastanza sciroccati (ho fiducia in voi, cari lettori) provate ad immaginare i Motörhead fatti di mescalina che fanno il karaoke su un un 33 giri dei Sabbath (facciamo Vol.4?). Sparato però alla velocità sbagliata. Ora date una bella avvitata alla manopola del volume e dovremmo più o meno esserci. La musica del destino è diventata la musica dell'intestino, visto che qui è la pancia che verrà bombardata dal quartetto inglese. Ogni tanto proveranno a prendervi per il culo, qualche virata stoner-doom posta magari in apertura di brano, ma non c'è nulla da fare ormai. Prima della metà della canzone l'esplosione fottutamente heavy metal arriverà.
In chiusura, "Beginners Guide To Suicide" vi concederà di riprendere in mano l'amato joint e rilassarvi immersi in una familiare atmosfera Southern che sa tanto di pace e serenità quanto un film di Tob Hooper.
Chi da tempo auspicava un ritorna degli Arancioni alle sonorità degli esordi rimarrà inevitabilmente deluso. Psiconauta avvisato, mezzo salvato. Chi rientra nelle categorie "fuori dalle palle" uno, due e tre, oltre alla delusione può tranquillamente aggiungere varie manifestazioni di disgusto e/o disprezzo. Agli assatanati barboni smanicati e sdruciti, si sa, va bene più o meno tutto a patto che il rumore sia tanto e la birra fresca. E, fateci caso, loro sembrano sempre divertirsi un casino più di voi.
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Altre recensioni
Di MORPHEO 33
Healing Through Fire ne è pieno zeppo di un groove maligno e sguaiato che non ti dà tregua.
Questo è un album impregnato di sudore e fango, ma anche di cuore ed anima che trasuda quella giusta dose di rock n’roll per farlo diventare un vero e proprio must.