"Così fu sterminata ogni creatura esistente sulla faccia del suolo, dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli uccelli del cielo: essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca. Le acque furono poderose sopra la terra centocinquanta giorni." Genesi 7:23-24.

Mabool è un concept album sul diluvio universale, sul leone, l'aquila ed il serpente che metaforicamente rappresentano le tre religioni monoteiste che in continuo conflitto tra loro subiranno la terribile ira del Signore che terminerà, appunto, nel diluvio universale.

Il disco offre dalle prime note una chiara ed inequivocabile maturità artistica e produttiva dei musicisti Israeliani.

La base di questa opera monumentale (...perchè è doveroso definirla opera) è un Heavy metal che si pone tra il classico ed il prog, ma che sviluppa per l'intera durata soluzioni stilistiche che variano tra il folk medio-orientale, la classica, il doom ed il death metal, senza nessun timore di sporcarsi o di snaturarsi con generi che all'apparenza sembrerebbero non avere nulla a che fare l'uno con l'altro.

Ed invece ecco la meraviglia, la perla nera che aprendo la conchiglia non ti aspetteresti mai.

Uso di strumentazioni alternative (oud, saz, buzuki, qannun, violini, una decina di percussioni e chi più ne ha, più ne metta), inserti di voci bianche e di canti di cultura medio-orientale, chitarre e tastiere che non avrebbero, nel loro amalgama quasi perfetto, nulla da inviadare a maestri come Dream Theater o Opeth e la voce del singer Kobi Farhi a volte trasudante putrescienza in un growl acido da mettere paura ed in altre parti del disco così potente e pulita da elevarsi a toni di epicità sontuosi e maestosi. Aggiungono una nota di antichità e di mistero i testi cantati in una babele di lingue tra cui il latino, l'inglese, l'arabo e lo yemenita.

Birth Of The Tree - The Unification è una open-track che lascia spaesati, atterriti ed affascinati. Struttura complicatissima e ingredienti già citati sopra ne fanno, a mio parere, una specie di vessillo e di bandiera della band.

La seconda traccia, nonchè singolo e video (addrittura!), "Ocean Land (The Revelation)" ricalca delle linee strumentali già più semplici, rimanendo comunque su livelli incredibilmente alti per freschezza compositiva e miscela sonora tra l'occidente e l'oriente.

Non ci ferma neanche un attimo in questo crogiuolo di forti emozioni e tecniche musicali sopraffine e "Halo Dies (The Wrath of God)""A Call to Awake (The Quest)" concludono la prima parte di vera prepotenza sonora per poi lasciare spazio ad una parentesi acustica ("Building the Ark") poetica e raffinata con un duetto tra la voce maschile e quella femminile da sentire un brivido intenso salirci dalla prima all' ultima vertebra.

Particolarmente folkeggiante e di tradizione "Norra el norra" che si sviluppa su un riff davvero arrabbiato lasciando spazio a ritmi tribali contornati da un piano forte classicheggiante sul finale della canzone che andrebbe annoverato come una delle interpretazioni più affascinanti nella storia del metal.

Il disco si conclude con la title track "Mabool (The Flood)", "The Storm Still Rages Inside" e "Rainbow - The Resurrection", tre canzoni che potrebbero tranquillamente essere annoverate come una unica suite di 20 minuti degno capitolo finale che conclude una perfezione sconcertante da lasciarci un pò sorpresi ed un pò confusi.

Non ci sono altre parole se non dirvi di fare vostro questo album carico di pathos e di classe cristallina, da metterlo sul piatto del vostro cd e ascoltarlo in apnea  proprio come se il diluvio universale con la sua potenza di acqua vi investisse e vi lasciasse sotto metri e metri cubi di acqua.

The storm still rage...  

Carico i commenti...  con calma