"Ladies and Gentlemen, once again, the Family Dog presents... THE OXFORD CIRCLE"

Con queste parole lo speaker dell'Avalon introduce la band di Davis (paesino a poche miglia da San Francisco), una vera e propria macchina da guerra. Con all'attivo il solo singolo "Foolish Woman b/w Mind Destruction" pubblicato nel 1966, erano delle piccole star nel circuito musicale sotterraneo della Bay Area, grazie ai loro infuocati live, dove in mezzo ad un buon numero di brani originali erano atti alla trasfigurazione di molti (capo)lavori di band blues-oriented della british invasion, per cui canzoni di Yardbirds, Animals e Them venivano triturate da una schiacciasassi, impastate con colle acide e vomitati alla velocità della luce. Nel 1997 la Big Beat edita uno di questi loro shows, quello appunto all'Avalon di San Francisco, che grazie anche ad un'ottima qualità di registrazione risulta essere veramente un piccolo gioiello.

Il concerto si apre con "Mystic Eyes" dei Them (Van Morrison...) che per nove minuti è un autentico rollercoaster emozionale, dove il brano originale viene dilatato e compresso, rallentamenti comatosi si alternano a schizofrenici assalti "hardcore" all'arma bianca, con la voce roca di Gary Lee Yoder a imbastardire il cantato che fu di Van Morrison e la sua chitarra a disegnare distorte allucinazioni. WOW. Sorte che non tocca all'altra Them, per cui "Little Girl" è più sporca e lasciva, salvo esplodere nel finale. "We Gotta Get Out Of This Place" rimane piuttosto fedele mentre "Baby Please Don't Go" sembra un treno impazzito senza nessuno alla guida. I brani originali presenti mostrano una ricchezza di idee, tecnica ed esecuzione invidiabili da molte bands coeve, e spaziano tra il nervosismo blues di "Since You've Been Away" e le profondità psych di "You're a Better Man Than I", cinque minuti di avant-prog hard e noisy di splendore cristallino. "Today" è un soffice lamento, "Silent Woman" è la naturale evoluzione del traditional "House Of The Rising Sun" così come lo vide Eric Burdon con i suoi animali e "Troubles" sembra essere uno sberleffo ai Rolling Stones, con una delle chitarre più taglienti che abbia mai sentito. Il tremolo iniziale di "Foolish Woman" ci conduce attraverso un blues torbido e sessuale, che a metà brano si prende una pausa per svilupparsi in un finale acido suonato a velocità mai sentite all'epoca, per poi tornare ruffiano nel finale.

Citazione speciale per i due capolavori del blues americano con cui Oxford Circle chiusero il concerto, "(I'm Your) Hoochie Coochie Man" è suonata con profondo rispetto e una devozione quasi maniacale, mentre "I'm A Man" di Dixon è nevrotica e psicopatica, con un'accelerazione hardcore nel finale veramente da lasciare a bocca aperta.

Ma le emozioni non sono ancora finite, perché dopo le 14 tracce del live, la Big Beat ci regala ben 4 lavori in studio, i due brani del singolo pubblicato, "Foolish Woman", che rispetto alla versione live ci mostra una band maggiormente dedita alla psichedelia orientaleggiante à la Kaleidoscope (USA) anche se l'accelerazione del finale è comunque devastante e i gli incredibili 5 minuti del lato B, "Mind Destruction" una vera e propria cavalcata psichedelica, con la batteria di Paul Whaley (che di lì a poco di unirà ai Blue Cheer...!!!!) che sconquassa come un martello pneumatico il manto lisergico disegnato dalle chitarre. Semplicemente mostruosa.

Si chiude, definitivamente, con due inediti del 67, che ci mostrano la via che gli Oxford Circle non intrapresero mai, una sorta di Doors suonati garage... "The Raven" e un garage suonato mod "Troubles"... esperimenti che vedevano Mac Rebennack alle tastiere. Ah, Dr. John...
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