Degno erede del suo predecessore, questo è il secondo e ultimo (ahimé) album pubblicato in coppia con Randy Rhodes, ma non tralasciamo comunque il resto di una band affiatata che ha compiuto egregiamente il suo dovere, ai quali anche Ozzy deve i suoi ringraziamenti. Parlo di Tommy Aldridge, Rudy Sarzo, Robert Daisley e Lee Kerslake.Detto questo, dirò molto di meno rispetto a "Blizzard of Ozz", in quando l'album procede sulla stessa scia, stesso stile rappresentato da maturità, ottimo songwriting ed anche in questo caso canzoni indimenticabili che hanno fatto la storia, di Ozzy prima, dell'heavy metal dopo.

Impossibile dimenticare la magistrale "Over The Mountain" o la brillante ballad (bello anche il testo) di "You cant kill rock and roll", concludendo poi con la title track, che è un vero classico alla Ozzy, che nell'arpeggio iniziale e successivo opener riff coglie tutta l'essenza dell'heavy metal. Nel complesso mi piace un po' di meno rispetto a "Blizzard of Oz", ma riconosco anche in quest'album grandi caratteristiche, che poi Ozzy perderà strada facendo, prima prendendo una sbandata, e poi rimettendosi in pista, ma con notevole (ed inevitabile, come per tutti) cambio di stile dopo anni di carriera. Mi dispiace molto che Randy Rhodes non sia più tra noi, questo album è il suo testamento. Qui voto 4, semplicemente perché ci sono lavori di Ozzy che mi piacciono di più, ma canzoni del calibro di "Over The Mountain" non ne ascoltate più nei suoi album.

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