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Ecco qualcosa da leggiucchiare tratto dal "Taccuino di Talamanca" Ibiza (31 luglio - 25 agosto 1966) di Emil Mihai Cioran:

Essendo tutto l' anno in vacanza, quando arrivano le vacanze vere e proprie mi rendo conto più che mai del vuoto in cui vivo: è il vuoto al quadrato, di cui si è coscienti in ogni momento, il vuoto ufficiale della mia esistenza.

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Il mio destino mi turba e mi esaspera, mi strappa continui lamenti, come se fosse possibile averne un altro o modificarne i dati.
Soffrire tranquillamente è un segreto che aspiro invano a possedere, e senza il quale temperamenti come il mio sono condannati all’Inferno.

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Stanotte, completamente sveglio verso le 3.
Impossibile rimanere ancora a letto.
Sono andato a passeggiare in riva al mare, sotto l’impulso dei pensieri più cupi.
E se andassi a buttarmi giù dalla falesia?
Sono venuto fin qui per il sole, e non sopporto il sole.
Tutti sono abbronzati, io devo restare bianco, pallido.
Mentre facevo ogni sorta di amare riflessioni, guardavo quei pini, quelle rocce, quelle onde «visitate» dalla luna, e improvvisamente ho sentito fino a che punto sono inchiodato a questo bell’universo maledetto.
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Fu composto nell’estate del '66 durante un soggiorno ad Ibiza, sull’orlo di un abisso tutt’altro che metaforico, un quaderno di pagine roventi, tra le più intense e radicali mai scritte dal philosopho & aphorista rumeno E.M.Cioran
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