Getting used to pain... getting used to pain... getting...
Queste sono le parole che potrebbero ben identificare il mood di questo disco... Chiari e scuri si alternano... Violenza e dolcezza scorrono attraverso le vene dell'ascoltatore che non può che rimanere a subirne le conseguenze di fronte a qualcosa che a mio parere sfiora il capolavoro se non lo è...
Senza dubbio il gruppo mostra notevoli dote tecniche optando però nell'uso di queste non per meri esibizionismi ma per creare atmosfere a volte sulfuree ed a volte soffocanti e pesanti riflettendo alla perfezione la parte di storia che ogni capitolo porta con sè...
Un gruppo sicuramente che merita ogni onore nel suo genere e oltre...
Una nota di merito va in fine allo straordinario Daniel Gildenlow..un talento musicale straordinario e una passione in ciò che fa che traspare attraverso ogni singola nota di questo concept...
Unica pecca, anche se non so se si possa così definire, la qualità della registrazione in quanto il basso si senta a mio parere troppo poco e anche la batteria non sia un granchè...

Se non l'avete ancora capito questo cd è da avere assolutamente..e se mai vi capitasse di poterli andare a vedere dal vivo correte!

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Altre recensioni

Di  _Ozzy

 Veramente questo pastrocchio sonoro ... dovrebbe far ricredere chi è rimasto deluso e scottato dalla virata stilistica di un gruppo che è sempre stato ritenuto tra i top del progressive “intelligente” e mai banale?

 In sostanza un disco con ottime canzoni, arrangiamenti ridondanti ed esagerati e zero (dico zero!) senso.


Di  _Ozzy

 Un disco con ottime canzoni, arrangiamenti ridondanti ed esagerati e zero (dico zero!) senso.

 Daniel Gildenlow è un geniaccio e mi piange il cuore sentire come si pavoneggi cantando 4 stili diversi in 3 secondi di canzone.