Maestoso, teatrale e scintillante: tre aggettivi che racchiudono perfettamente l'essenza di questo "Do You Want the Truth or Something Beautiful?", debutto datato 2009 della britannica Paloma Faith e rilasciato dopo anni trascorsi, oltre che a cantare in vari locali jazz, nel mondo dello spettacolo come ballerina e attrice, esperienze, queste, che emergono da ogni singola nota di questa piccola gemma pop-soul e che contribuiscono a donare a essa a alla sua autrice un'identità artistico-musicale ben definita e particolare. Perché se è vero che il singolo di lancio e brano d'apertura "Stone Cold Sober", con il suo riff di fiati e il suo ritornello martellante, paga necessariamente tributo alla moda dell'old school revival a quel tempo imperante nella musica popolare, già dalla successiva "Smoke and Mirrors" le carte in gioco cambiano e quello che poteva sembrare lo scialbo disco dell'ennesimo clone di Amy Winehouse si trasforma in un'elegante pièce teatrale dalle atmosfere fumose e raffinate, nonché estremamente variegate.
Come in una sorta di strambo ed eccentrico musical, Paloma, con la sua voce infantile e giocosa che non può non ricordare Cyndi Lauper, ci conduce così attraverso momenti dal ritmo veloce e incalzante (le già citate "Stone Cold Sober" e "Smoke and Mirrors", quest'ultima costruita su un efficace mix di archi cinematografici e chitarre elettriche) e ballate intime e sommesse ("New York", nel finale impreziosita dal contributo del Souls of Prophecy Gospel Choir di Londra, e "Stargazer", che, tra l'altro, sembra essere particolarmente apprezzata da Prince), per poi ritornare di colpo ad atmosfere dal piglio decisamente scanzonato ("Upside Down", "Romance is Dead"). Dove però questo debutto lascia veramente il segno è nei pezzi in cui Paloma fa emergere come un fiume in piena la sua teatralità, a volte esagerata, ma mai pacchiana o fine a se stessa: il risultato sono riuscitissimi concentrati di pathos pronti a esplodere nel tripudio di archi e fiati della bellissima title-track o nel maestoso e travolgente crescendo di "My Legs Are Weak" e, soprattutto, della conclusiva "Play On", perla assoluta del disco, nonché brano capace di spazzare via l'intera discografia di colleghi ben più famosi e blasonati. L'impronta artistica della Faith si estende inoltre anche all'immagine, che si accompagna bene alla sua proposta musicale, tra look stravaganti e un modo di porsi schietto e per niente artificioso o serioso, anzi, la ragazza tende spesso a essere intelligentemente auto-ironica (divertentissimo, a tal proposito, il finale del video di "Smoke and Mirrors", in cui una Paloma dal cuore infranto si diverte a segare letteralmente in due il fidanzato durante uno spettacolo di prestigio).
Tirando le somme, "Do You Want the Truth or Something Beautiful?" è una perla pop-soul deliziosa sfornata da una delle più gradevoli rivelazioni della terra d'Albione, un'artista intelligente e capace di unire eleganza e spontaneità, producendo musica di un certo livello, nonché dotata di carisma, grandi doti canore e quel pizzico di stravaganza ed eccentricità che la rendono un personaggio quantomeno interessante da seguire, cosa più unica che rara, soprattutto di questi tempi, in ambito pop.
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