2003: anno della morte di Dimebag Darrel; ci lascia un mostro della chitarra, l'inventore del nuovo modo di suonare musica pesante, il padre della successiva corrente Alternative Metal, ma soprattuto la mente dei Pantera. La band americana si scioglie immediatamente, scioccata dall'uccisione; i Pantera, inoltre, nel 2003 pubblicano il loro ultimo Best Of, il nome che danno a tale album è Reiventing Hell, titolo accattivante come del resto la musica dei quattro metallari scatenati.
Molti di voi probabilmente non sanno che Phil Anselmo, (attuale leader dei Down) leggendaria voce del gruppo, entrò nei Pantera solo sei anni dopo la loro fondazione e che all'inizio degli anni '80 Vinnie Paul & co. suonavano qualcosa come un genere simile a quello dei Motley Crue!
Ma di questi Pantera, giustamente, Reinventing Hell non parla: per quest'album Phil Anselmo è sempre stato nella band, e il genere trattato è sempre stato quel Thrash spacca orecchie che li ha resi famosi, e da cui non si sono mai discostati.
L'album tratta infatti solo i lavori a partire dal grande Cowboys From Hell (1990), fino a Reinventing The Steel (2000), ma non racchiude semplicemente canzoni presenti negli album già usciti, comprende bensì altre tracce inedite come per esempio "The Badge", composta per la colonna sonora del gran film "The Crow"; d'altronde, i Pantera non sarebbero stati così banali da fare un album che racchiudesse solo i loro vecchi brani: l'imprevedibilità e il totale disinteressamento verso il denaro in favore della Loro Musica sono infatti alcune caratteristiche basilari dei quattro Texani.
L'album vuol essere un addio ai fan, con i quali i Pantera hanno avuto sempre un rapporto ineguagliabile, e quest'addio ci lascia un'immagine davvero veritiera della band: vengono lasciati vecchi capolavori più leggeri, come "Hollow", e si dà spazio esclusivamente alla vera musica (dal punto di vista della band) con scariche di energia puramente Thrash: si inizia con la magnifica "Cowboys From Hell", che anticipa la spacca-testa "Domination", ogni tanto sono presenti delle brevi pause melodiche , una di queste è "Cemetery Gates", ma si riprende subito con altro metallo pesante, in primis "Mouth For War" e l'eternamente sottovalutata "Revolution Is My Name".
Il CD è a mio parere perfettamente riuscito. Attraverso il mescolarsi di brani anche piuttosto distanti nel tempo ma non nello stile scopriamo la grande coerenza dei Pantera, che hanno sempre continuato a fare il loro genere di musica (non come la maggior parte dei gruppi diventati famosi), soddisfancendo sè stessi prima degli altri, poichè lo stesso Anselmo dice: "Io sono per primo un fan della mia band, e pertanto cerco di non deludermi mai".
E' un lavoro studiato alla perfezione, che è necessario per capire anche tutta la musica successiva, poichè Phil, Dimebag, Vinnie e Rex hanno cambiato per sempre il modo di suonare, i Korn per primi devono molto ai Pantera. Gli anni '90, per noi metallari, in un certo senso, sono i Pantera.
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