“Tu non sei da salvare  
sei da innalzare  
per rimanere senza fiato  
per non parlare 

Sei la vendetta
la potenza della spada
il riscatto
sei l’umiltà e il silenzio”

 E’ un cuore, di un rosso che più rosso non si può, quello che si intravede già dalla copertina di questo nuovo lavoro di Paolo Benvegnù, forse tra i musicisti migliori dell’attuale panorama nostrano. Questo rosso viene suggerito anche dal titolo del cd, “Le Labbra”.

 Un piccolo grande uomo, che mescola atmosfere soffici con atmosfere dure, rock nel vero senso della parola, come se stessimo sentendo ancora un ipotetico nuovo album degli ormai defunti Scisma. Il suo è una sorta di ruggito, capace di mordere ma nello stesso tempo di non ferire, grazie all’apporto di melodie ben suonate, vista la band di cui si è fornito Paolo.

 Se “Piccoli Fragilissimi Film” è stata una bella scarica elettrica che ha risvegliato il sonno del nostro, troppo scosso dopo lo scioglimento della band madre, questo “Le Labbra” raddoppia il tutto, rimanendo su livelli molto alti, come una nuova strada da affrontare, che già era stata anticipata dal buon EP “14-19” uscito un anno fa. Per me una sorta di seguito di quel mini concept-album che era appunto quell’EP (concept-album… tecnica che al giorno d’oggi in Italia affrontano in pochi rispetto al passato, vedesi “Da Questa Parte Del Mare” di Gianmaria Testa).

 Non è cosa facile descrivere le sensazioni che nascono nell’ascoltare ciò. Lo si può descrivere come una sorta di viaggio nell’anima di varie persone, senza esagerare. E’ lo stesso Paolo a fare cronaca di un’ipotetica coppia che si ama in una maniera violenta e dolce allo stesso tempo, forse masochista (“La Schiena” e “Amore Santo e Blasfemo”, per poi continuare anche con “La Peste” e “Il Nemico”), ma inaspettatamente decide di separarsi (“La Distanza”). E proprio nel saper unire suoni pesanti e suoni leggeri nello stesso tempo ci fa rendere l’idea, ci rende spettatori del tutto, e sembra di vedere un film.

 “Siamo lontani
Lontani
Così quello che ti resta è la distanza”

 Quella lontananza però fa strani effetti. “Interno Notte” rende bene l’idea di come si può sentire l’ormai sedotta ma non del tutto abbandonata secondo Benvegnù, che apostrofa leggermente alla lei un “Tutto fa parte di te”. Ma la donna in questione sente, nel corso del tempo, qualcosa che la deprime, la rattrista, la sconvolge, proprio quell’“Ultimo Assalto” che segue.

 Ad un certo punto… silenzio. Ci troviamo di fronte un personaggio molto sensibile e dotato di una fervida immaginazione, che risponde al nome di “Jeremy” (forse il protagonista maschile dell’album?) e che ad un certo punto si trova a riflettere su ciò che gli circonda (“Sintesi Di Un Modello Matematico”) e vergognandosi di ciò che accade (“e poi vogliono salvare il mare mentre stanno già mirando al sole, e poi dicono di salvare il mare mentre stanno distruggendo il mare”…ricorda un po’ il Lucio Dalla dei tempi d’oro questo punto). Il mondo non gli piace, lo spaventa.

 Ma è questione di tempo… “Cinque secondi”… che “Jeremy” sembra volersi riunire con la sua donna per cercare un senso alla sua esistenza, per capire i suoi errori… Dopo quei “Cinque secondi”… ancora silenzio. Cosa sarà mai successo? Semplice, il tutto si è svolto nel “1784”. I due si riamano di nuovo. La storia si conclude qui. Il “menestrello” Paolo ci ha illustrato tutto questo.

 Quest’uomo ha dimostrato ancora una volta che si può. Si può parlare d’amore senza usare gli stereotipi alla “sole-cuore-amore”, si può ascoltare la musica e nello stesso tempo immaginarsi come dentro un film, si può essere sé stessi. Senza prendersi in giro. E forse questo non è un cd per tutti. Forse è solo per tutti quelli che sono rimasti ancora (o lo sono sempre stati) “suggestionabili”. Ma anche chi non ha mai ascoltato gli Scisma né tantomeno il disco precedente dovrebbe dare almeno un ascolto nella vita a questo “Le Labbra”. Ne trairebbe solo giovamento. Perché ognuno di noi ha dentro di sé (o ha avuto) una storia simile a quella che ci descrive il nostro.

 Pietra miliare.

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