I “Paradise Lost” iniziarono la carriera come band death metal e, in continua evoluzione, finirono col precipitare nella serie commerciale di alcuni contestati lavori, primo fra tutti il famigerato “Host”.
“Draconian Times” del ‘95 rappresenta l’ultima tra le opere del primo periodo, quello metal, e ne è l’apoteosi creativa. L’album non annoia, riesce a trascinare l’ascoltatore attraverso le sue melodie, a tratti buie e ossessive, su cui aleggia la potente voce di Nick Holmes.
L’accuratezza compositiva è uno degli aspetti che più si impone all’ascolto, sia nei pezzi di più facile apprendimento, come “The Last Time”, sia in altri dove la musica si eleva in una danza battente, è il caso di “Once Solemn”. I virtuosismi alla chitarra sono la struttura portante di “Hallowed Land”, mentre frasi sommesse, ma significative, tingono lo sfondo dell’eccezionale “Forever Failure”. La virulenta “I See Your Face” si fa strada aggressiva e irruente proponendoci atmosfere gotiche, tenebrose, in cui si accentuano le esecuzioni impeccabili.

Carattere costante di ogni brano è un’eterea ma percettibile tristezza, tipica dei “Paradise Lost”. I testi non fanno che sottolineare i toni: sono introspettivi, decisamente pessimistici, lasciano affiorare con naturalezza sentimenti tragici e disperati, completando con eleganza poetica un disco che riesce fatalmente a condurti nei “paradisi perduti” dell’anima.

“ I don’t really know what sorry means”

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