Dopo ben quattro anni di silenzio dall’uscita di Paramore, l’album omonimo rilasciato nel 2013, questa band di Nashville torna a far parlare - più o meno - di sé con un nuovo lavoro, intitolato After Laughter.

Sottolineo quel più o meno perché in Italia l’ultima fatica della band americana è passata in realtà sotto un silenzio sdegnoso.

Eppure con questo nuovo disco i Paramore sembrano volere prendere una svolta decisiva nella loro carriera, abbandonando definitivamente la matrice pop-punk che aveva caratterizzato il suond dei loro precedenti lavori. E per fortuna, oserei aggiungere!

In questo senso l’ultimo album pubblicato, Paramore, era stato già un tentativo, per quanto ancora insufficiente e maldestro, di innovare la propria proposta musicale.

Da diversi anni, infatti, la band sta cercando disperatamente di svincolarsi dall’etichetta di emo band per teenager che sembra però destinata a pendere sul loro capo come una spada di Damocle ancora a lungo.

Ora con questo After Laughter la band compie il passo decisivo confezionando un album piacevole, solido e al contempo scorrevole e facilmente fruibile.

Sin dalla prima traccia (che è anche il primo singolo estratto), "Hard Times", l'ascoltatore viene immerso in un'atmosfera piacevolmente pop e groovy, spiccatamente anni '80, caratterizzata da un uso massiccio di synth.

Il disco, pur coeso ed omogeneo nelle sue 12 tracce (non troppe ma nemmeno troppo poche), riserva anche qualche sorpresa all'ascoltatore. Ad esempio non manca il momento intimo ed acustico, che troviamo nella canzone "26", una struggente ballata per sole chitarra e voce, con un orpello d'archi nel finale. La chiusura del disco, "Tell Me How", è una ballad anch'essa, in cui per la prima volta fa capolino un pianoforte.

Allo stesso tempo sono presenti anche canzoni più veloci e, con molte virgolette, "rock", con qualche distorsione piazzata, pare, apposta per dare il contentino a qualche fan accanito dei loro primi lavori ed inacidito per il cambio di direzione.

L'intento è, in effetti, quello conciliante ed un po' paraculo di volere accontentare tutti.

Un'eccezione la troviamo nella traccia "No Friend", la più anti-commerciale del lotto. La traccia è una canzone post-hardcore, un unico crescendo nel quale a cantare non è Hayley Williams, bensì Aaron Weiss, cantante e paroliere dei mewithoutYou, band preferita della Williams e del sottoscritto. È chiaro che l'intento con questa traccia fosse solo quello di divertirsi, come a confermare la genuinità di un album che pare tutto meno che un'operazione commerciale

After Laughter è la rivelazione pop dell’anno. È un album divertente, da vivere, da ballare. È un album da godersi semplicemente senza volersi tappare il naso a tutti i costi.

Voto in decimi 7/10

Mi hanno convinto: "Rose-Colored Boy", "Fake Happy", "Pool", "Caught In The Middle"

Mi hanno meno convinto: "Forgiveness", "No Friend"

Carico i commenti... con calma