Classe 1966, originaria della Lorena, regione di confine geografico e culturale tra Francia e Germania, Patricia Kaas oggi è una star affermata, non solo in patria ma un po' in tutta l'Europa continentale, con milioni di dischi venduti, collaborazioni prestigiose (tra cui questa, tanto per menzionare un altro nome della mia "scuderia") ed esperienze importanti anche nel cinema. Insomma, da noi il suo nome potrà anche essere sconosciuto ai più, ma parliamo di una cantante che si è ritagliata uno spazio di assoluto rilievo e, giudicando da questo primo album, direi con pieno merito. Chanson, cabaret, jazz-pop, cose così, vintage e molto accattivanti: nella sua discografia c'è anche qualche disco di cover ma il successo l'ha conquistato con del materiale inedito, che costituisce tra l'altro il grosso della sua produzione, il che per questo genere non è poi così scontato. "Mademoiselle Chante..." è un debutto "speciale", un autentico gioiellino anche per due particolari motivi: Annata 1988, quindi ancora eighties anche se ormai al tramonto, si sente quanto basta e gli "influssi" sono unicamente benefici, e poi all'epoca Patricia Kaas aveva appena 22 anni, si sente moltissimo anche questo; una "diva" emergente, non ancora arrivata, decisa a mostrare la propria classe ma anche una certa dose di freschezza giovanile che con gli anni andrà inevitabilmente a perdersi.

Se pensate a un disco di languide torch songs o, peggio ancora, ballate melliflue interpretate con piglio da performer tecnicamente impeccabile fresca di conservatorio allora siete proprio fuori strada, "Mademoiselle Chante..." è breve, incisivo, non privo di una certa "grinta" e soprattutto divertente, il suo fine ultimo è l'entertainment, uno spettacolo leggero ma di carattere, e molto ben inscenato; questo lo rende un eccellente lavoro pop in senso assoluto, con una tracklist impeccabile. I synths e i sax che, con moderazione, fanno più volte capolino sono piuttosto eloquenti, ma questo leggero retrogusto eighties non pregiudica assolutamente il fascino retrò dell'album, anzi, conferisce più brillantezza e dinamismo, e poi l'allora giovane aspirante chanteuse ha una vocalità potente e carismatica, che dà più o meno le stesse sensazioni di addentare una pesca leggermente acerba: croccante, fresca, intensa, con quell'asprezza di fondo che solletica deliziosamente il palato. La giovane Patricia Kaas era così, una performer di classe e carattere, grande accentratrice, teatrale ed imperiosa all'occorrenza, nonchè valorizzata da canzoni e sonorità pienamente nelle sue corde. "Mon mec a moi" è un'opener e singolo di grande impatto, introduzione perfetta per apprezzare il sound e le atmosfere dell'album, molto teatrali ed evocative, la sontuosa "D'Allemagne" nè è l'esempio perfetto, poi "Quand Jimmy dit", con la sua base synth ed un piglio molto ballabile, "Elle voulait jouer cabaret", più sognante, con un refrain che offre una delle dimostrazioni più evidenti della potenza vocale di Patricia Kaas e "Mademoiselle chante le blues", singolo incisivo e malandrino.

Poi ci sono episodi che ampliano un po' il range stilistico dell'album, a mio parere i più intriganti, almeno a un primo ascolto: "Vénus des abribus", suadente 80's bossanova,
"Des mensonges en musìque", un tango che ricalca, anche nel modo di cantare e nell'intermezzo recitato, la mitica "I've Seen That Face Before" di Grace Jones, con meno connotazioni noir ma un impatto non meno efficace e "Souvenirs de l'Est", affettuosa cartolina piano/voce con finale in crescendo che omaggia le atmosfere e i paesaggi agresti della sua regione natale. Due brevi ma suggestivi intermezzi semiacustici, "Un Dernier blues" e "Chanson d'amour pas finie", completano un album assolutamente impeccabile; a molti le cinque stelle sembreranno inappropriate, io non vedo alcun valido motivo per negarle, nel suo essere teatrale, retrò, sontuosamente arrangiato, un po' elegantemente kitsch e al giorno d'oggi anche demodè (il che è tutt'altro che un male), "Mademoiselle Chante..." è un disco di una semplicità esemplare, che intrattiene, diverte e si fa ricordare con grande piacere. Una gran voce e canzoni che rimangono, basta solamente questo per fare colpo.

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