I primi fotogrammi di questa vicenda prendono vita all'inizio degli anni '70, accompagnando un'auto che termina il suo breve viaggio all'imboccatura di una grande arteria nello stato di New York: ne escono fuori un padre emozionato e malinconico, a cui non resta che gettarsi tra le braccia di un figlio dai pochi bagagli e dalle grandi speranze, pronto per un lungo autostop fino alla Frisco Bay, scena tipica di un sogno americano ormai d'altri tempi, ma che in questo caso pone le basi per la carriera di un personaggio chiave nell'evoluzione di un intero genere musicale.
Arrivato a San Francisco, per il poco più che ventenne Patrick Cowley si aprono le porte del City College, all'interno del quale era stato recentemente creato un Electronic Music Lab, generalmente snobbato tranne da un numero a cui bastavano le dita di una mano per contarli tutti. Il suo recente passato è da batterista, ma l'interesse per i primi sintetizzatori analogici è tale da portarlo in breve a creare non solo jingles destinati alle radio locali, ma anche le sue prime composizioni, mostrando un'abilita' non comune e un estro musicale da perfezionista.
Fuori dal college ad attenderlo c'era una città non più giardino profumato di Haight Ashbury ma luogo brulicante di vita 24 ore su 24, con interi quartieri popolati da artisti di ogni sorta, libertà creativa, sessuale, e soprattutto divertimento associato anche al lavoro nel caso di Patrick, in veste notturna come tecnico delle luci al The City, una delle Gay Disco piu' famose e frequentate, nella quale ha modo di assorbire le diramazioni del nascente Disco Movement, conoscere gente legata alla scena, ed essendo un bel ragazzo, il vantaggio di non passare mai inosservato.
L'occasione si presenta in modo naturale nel 1977 dopo alcuni anni passati a perfezionare tutte le possibilità sintetiche a sua disposizione, registrazioni solo recentemente estratte da polverosi archivi nonche' una gavetta da live drummer: l'incontro con Sylvester è un forziere ricolmo di gemme che sommergerà entrambi, un brano originariamente gospel chiamato You Make me Feel (Mighty Real), grazie a un aumento delle battute su cui vanno a intersecarsi i vocalizzi in falsetto e squarci di synth ad effetto, diverra' un classico Disco Hit, tra i piu' belli e ballati della storia, il primo vero tassello del Frisco Sound, conosciuto anche come HI-NRG, un'evoluzione della disco orchestrale americana, del funk e dell'elettronica dance legata al pioniere europeo Giorgio Moroder, a cui Cowley renderà subito omaggio nell'inedito ruolo di remixer, trasformando I Feel Love di Donna Summer in un Must-Have per ogni Dj che si rispetti.
Nel 1980, dopo un paio d'anni passati a seguire Sylvester in studio e in svariati tour mondiali, Patrick sente che è tempo di mettersi in proprio, ritorna in pianta stabile in una Frisco ormai divenuta la mecca per una moltitudine di artisti bizzarri, bikers e omosessuali provenienti da ogni parte del globo, tutti con la medesima motivazione, essere se stessi nel miglior posto sulla terra. Gli eterosessuali iniziano a capire che le Gay Disco hanno la miglior musica, la miglior atmosfera e perfino le più belle donne a far la fila all'entrata, ma esiste un' altra faccia della medaglia, ed e' quella che Cowley abbraccia, legato da sempre a un immaginario fatto di Rough Leathermen, fiera mascolinita' e sesso sporco, in quel periodo immortalato anche sul grande schermo da William Friedkin in Cruising, una delle meno note e più singolari interpretazioni di Al Pacino, fedele ricostruzione di uno stile di vita che tra luci e ombre e' arrivato fino ad oggi.
Un anno dopo, l'uscita di Menergy, primo album solista, non fa che accentuare il distacco da ogni forma di musica da discoteca proposta fino a quel momento: i fruitori principali sono le notti roventi delle Leather Disco: un sound veloce e ipnotico, che diversamente dalla glacialità del Moroder più elettronico gira intorno ad assoli e riff interminabili, perfetti per l'assunzione di MDA (Mandrax, Dexedrina ed Acido mischiati insieme in un'unica e pratica pillola, predecessore dell'Ecstasy, ottimo per rimorchiare in pista senza tante menate degenerando in orgia negli hot parties!).
La creazione, insieme all'amico Marty Blecman, della Megatone Records, situata in piena Castro Street allo scopo di tenersi alla larga dalle fissazioni omofobe dei discografici, darà spazio e risalto a una scena e a un senso di appartenenza pressochè unici, confermata da Megatron Man, un seguito a 33 giri che non solo rappresenta la sua consacrazione artistica e commerciale, è soprattutto un disco che svela a poco a poco la natura stessa dell'artista, il suo innato senso del divertimento e dell'avventura a scapito della solita immagine da superstar da sbattere in copertina sempre e comunque. Se la Title Track rimane un Disco Anthem per eccellenza, dominato solo da un Prophet 5, una Drum Machine e un Proto-Vocoder col solo basso come strumento "esterno", il segreto dell'album sono gli splendidi arrangiamenti vocali che imperversano nell'intera seconda facciata, ad opera di un trio femminile (Jo-Carol Block, Lauren Carter, Carol McMackin) proveniente dal jazz e assolutamente perfetto nel triplo tour de force di Get A little, Lift Off, con quel dolce invito a lasciarsi andare in una nebbiosa dancefloor dai corpi gocciolanti (Take a trip to another dimension, leave your troubles far behind...) e il sentito ringraziamento di Thank God For Music a suggellare il tutto. Ovunque quel Prophet 5 si esibisce in acrobazie da sussidiario per tutto l'Italo Disco degli anni a venire, e senz'ombra di dubbio il suo stile flamboyant sta alla disco come quello di Keith Emerson lo e' stato nel Progressive...eccesso e mirabile inventiva allegramente a braccetto. In Sea Hunt riaffiorano i ricordi di bambino legati a una serie televisiva ambientata nell'oceano e dallo splendido protagonista maschile in un sinuoso movimento ondeggiante dalla melodia simile a un coro di ammalianti sirene. Ma la vera stranezza dell'album e' racchiusa nei pochi minuti di Teen Planet, uno splendido dono alle Disco Wave con quel piglio PostPunk cosi' catchy e unica possibilita' per sentirlo cantare senza l'ausilio di un Voice-Box, roba da inserire in scaletta tra una Rock Lobster e una Whip It.
La sua generosità compositiva attiverà le carriere di diversi amici operanti nel genere con alcuni classici da dancefloor: Die Hard Lover per Loverde, Right On Target per Paul Parker, e l'indimenticabile Do You Wanna Funk per Sylvester, un vero must da proposta indecente in pista.
Nel 1982 Patrick Cowley, all'apice dello stardom mondiale, è costretto a un break per motivi di salute, i medici non sanno diagnosticare nulla di preciso, al punto da dimetterlo dall'ospedale non potendo fare più nulla per lui. L'album Mind Warp viene inciso da un Patrick costretto su una sedia a rotelle, l'intero staff Megatone si stringe intorno a lui portando a termine le sessions nei suoi ultimi momenti di lucidità, verrà definito da amici e fans come The Death Album e sara' un altro capolavoro, l'ultimo. Morirà nel suo letto il 12 Novembre 1982, esattamente 30 anni fa, a soli 32 anni, soccombendo all'AIDS e divenendo una delle prime vittime illustri, Sylvester lo seguirà nell'88, Loverde nel '90, Blecman nel '91. L'importante catalogo Megatone sarà assorbito dalla Unidisc. Il solo Paul Parker continua a divulgare ovunque il ricordo di quegli anni, il povero scheletro di un grande amico portato a spalla per le scale, e amorevolmente adagiato sul letto con un sorriso.
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