In principio furono i Timebox.

Dopo una serie di singoli pubblicati e delle fugaci apparizioni televisive, che evidentemente non fecero aumentare il successo del gruppo, il tastierista Chris Holmes, decise di lasciare la band. In seguito suonerà con i Babe Ruth della cantante Jenny Haan (chiii?!?!), altro gruppo interessante dell' immenso underground inglese del periodo. Dopo la defaiance del mai rimpianto tastierista, i quattro ragazzi rimasti, al secolo Mike Patto (voce), Clive Griffiths (basso), John Halsey (batteria) e Peter "Olly" Halsall (chitarra, piano e vibrafono), cambiarono nome del gruppo. Da qui, siamo intorno al 1970, saranno i Patto, dal soprannome del loro cantante.

Il loro primo album omonimo, uscito lo stesso anno, non ebbe molto successo commerciale, anzi non ne ebbe affatto, così come quelli che verranno, ma la loro musica era semplicemente unica.Una miscela di jazz - rock elettrico con qualche spruzzata di progressive; la solita roba, starà già pensando chi non li ha mai ascoltati, ma la voce rovente di Mike Patto, adagiata su una sezione ritmica in continuo movimento, con alla chitarra le dieci dita più impressionanti del periodo (e non so se sia leggenda o verità, ma la povera anima di Olly Halsall aveva imparato a suonare solo un paio di anni prima) li rendono qualcosa di mai sentito prima d' ora. Provare per credere.

Già la prima traccia del disco dovrebbe bastare per convincere anche i più scettici. "The Man" è (Luca Giurato mi passi il termine) sempliscemente meravigliosa, con un inizio che è una sorta di trabocchetto per l' ascoltatore, che dopo un assolo di vibrafono viene travolto da un crescendo a dir poco impressionante. La perfetta dimostrazione di come il gruppo sappia spaccare (per dirla in maniera giovanile) senza necessariamente fare rumore. Eh sì, troppo facile così. Sentitevi cosa fa la batteria, va là... Altro ottimo esempio dell' alchimia che avevano insieme i musicisti è "Hold Me Back", con le evoluzioni alla chitarra a farla da padrone. Ma i nostri se la cavavano anche in fase acustica e la prova è "Time To Die", dove abbiamo la possibilità di renderci conto dell'evocatività alcolica della voce del cantante. Compongono l' opera altre cinque tracce, tutte spettacolari per un motivo o per l' altro, che siano i fraseggi della SG di Halsall, non limitati alla sola pentatonica, ma in continua evoluzione, per il rullante raffinato di Halsey, per la voce roca e potente del cantante simile per certi versi a Joe Cocker o per i ricami del bassista, che disegna il giusto sfondo per le pennellate dei solisti.

Ecco come era composta la tracklist su LP, in cui la prima facciata vedeva canzoni composte da tutti i componenti, mentre la seconda solamente da Halsall e Patto:

- Lato A:

  The Man

  Hold Me Back

  Time To Die

  Red Glow

- Lato B:

  San Antone

  Government Man

  Money Bag

  Sittin' Back Easy

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