Lontani oggi per avvicinarci ancor di più domani
Lontani oggi per avvicinarci ancor di più
Lontani oggi per avvicinarci
Lontani oggi
Lontani
In fila contingentata al supermarket, si respirano sorrisi travestiti da esperimento nervoso.
Ed io con un forse che mi porto dietro, una seconda ombra. Riscopriremo chi siamo?
I miei piani di deturpare la facciata della chiesa di Mereto di tomba con una vacca sacra con su scritto: ‘giù le mani dal frico’ è rimandato.
Mestamente penso su quale album fare una recenza di un tràc by tràc vecchia maniera. E magari la recensione è pure un doppione. Perché no, le mie tasche son sempre state piene di tempo perso, senza avere capito che cambiavo e quello stesso tempo mutava con me.
Il disco è speciale per il sottoscritto, non nego sia imbarazzante, possibilmente il peggiore del Paolone albionico, ma contiene della magia che solo un fab four poteva secernere:
Coming Up è un vaudeville postmoderno con degli oboi (saran oboi oh boy) i quali s'inerpicano striduli come il falsetto da unghie sulla lavagna di Paul. L’introduzione non può essere migliore: “sta arrivando” ci avverte Paolo, lo sguardo in copertina non lo nasconde. Dove sarà il bagno più vicino?
Subito dopo c'è Temporary Secretary, la storia di un determinato che non finisce sotto la scrivania e quindi finisce, con un synth birichino il quale sale e scende, Paul ce la mette tutta a ricreare il verso di un'oca strozzata in un ritornello dai volumi sballati e dice una serie di minchiate da fare invidia ad un testo dei Dream Fìatah.
On The Way vira ostinato e contrario su un rock blues dove il nostro canta sbronzo con l'eco inframezzato da stilettate di chitarra al cetriolo ehm al vetriolo. Song dalla profondità di un libro di Fabio Volo.
Waterfalls, qui Paul canta decente però canta troppo, il tappeto di tastiere è anche bellino ma quando attacca la chitarra il tutto assume una connotazione surreale come fosse tornato ai tempi in cui George gli rompeva le palle col sitar. Il problema è che dopo due minuti ha già sfracassato i maroni ed il testo è sul penoso spinto.
NOBODY KNOWS è invece una ballad disco-country da migliori bar di Merso di sotto quando c'è (c’era) la sagra delle coscette di rana. Qui Paul azzecca quasi tutto, nell'essere sgraziato e sgolato ci regala una perla per sculettare in preda ad un attacco di scabbia quei tre minuti.
Front Parlour è uno strumentale che possiamo riassumere nel fermo immagine di copertina. Paolo ha mangiato pesante e si sente. Pare la sigla dell'ora esatta lisergica.
Summer's Day Song è una litania infernale per rimanere insonni o acuire emicranie, il testo è dolce ma legato alla "melodia" fa paura.
Che dire di Frozen Jap, niente che vuoi dire.
Bogey Music, qua ci risiamo, uno dei picchi di altezza del nostro Paolo, mi chiedo l'imbarazzo provato dai musicisti nonostante il compenso più che decoroso. Di bogey ha solo il nome per altro storpiato e non a caso, è un mantra involontariamente psichedelico.
Darkroom suona come una canzone che ho già sentito (chiaramente migliore di questa), però vi sfido a rimanere indifferenti ai gargarismi vocali di Paul sotto effetto di un amaro del capo lasciato a maturare in botti di compensato.
Poi finalmente per dio cristo signore iddio onnipotente il disco si chiude con una bella composizione: One Of These Days. Comunque il nostro fa di tutto per rovinarla ma non ci riesce. Il testo banalotto regge grazie alla melodia, il cantato rende tutto come sempre surreale e psichedelico senza volerlo ma qui dona alla canzone un tocco di grazia paranormale. "uno di questi giorni mi guarderò intorno e capirò cos'è giusto", sembra essersi già pentito di aver inciso sto disco. "Breathe frash air ever after", eh si Paul c'è aria viziata ed è inutile che fai lo gnorri.
Insomma si salvano due canzoni e tre quarti, a voler essere buoni, ma io sono cattivo e do il massimo dei voti perché questo disco l'ho consumato storcendo anche la puntina del giradischi di mio padre (su Nobody Knows ricordo bene). A delle orecchie fanciulle suonava ok, anzi suonava pure particolare. Ci sono le idee ma sono finite quasi tutte giù per lo sciacquone. Forse l'ha composto Ringo sto disco e Paul c'ha messo la faccia, forse l’ha composto il vero Paul ch’era stato sostituito. Non m'interessa, oggi l'ho messo su e mi veniva da piangere.
We’ll breathe fresh air ever after.
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