Paul Verhoeven è certamente un regista strano: da lui possono uscire veri e propri capolavori (Turkish Delight, questo film di cui andrò a parlare e, in parte minore, il successivo Starship Troopers), ma anche vere e proprie cagate mostruose (Atto di Forza, Basic Instinct, L'Uomo senza Ombra).

Del cineasta di Amsterdam tutti conoscono sicuramente l'uso spesso esagerato che fa della violenza nei suoi lavori; la summa forse dell'intera carriera del buon vecchio Paul, violenza compresa, è raccolta in quello che forse è il suo migliore lavoro di sempre, ovvero "Robocop". Girato nel 1987 all'epoca non fu accolto molto bene dalla critica (meglio dal pubblico), ma venne rivalutato positivamente lungo il corso degli anni, fino ad ambientare un vero e proprio cult per tutti gli amanti di film fantascientifici con un forte risvolto nell'azione.

Ambientato in una Detroit di un futuro molto prossimo (tra il 1995 ed il 2005 circa), dilaniata dalla violenza e dalla criminalità, una multinazionale, la OCP, decide di acquisire il dipartimento di polizia, di fatto privandizzandolo. Tutto questo perché la ditta vuole realizzare una nuova città, Delta City, una volta demolita la vecchia Detroit, simbolo di una ritrovata pace e pulizia; sennonché per fare questo bisogna eliminare il crimine presente, quindi vengono presi in considerazione 2 progetti futuristici: sono macchine che devono mantenere l'ordine e sgominare le bande di criminali. Il primo prototipo, il rozzo e gigantesco ED-209, però, fallisce miseramente durante un'esercitazione tenuta nel palazza della corporazione e finisce per trivellare con centinaia di colpi la povera cavia Kinney, in una delle scene più agghiaccianti e sanguinose che io mi ricordi. Si procede, dunque, con l'altro progetto, chiamato Robocop, che prevede la costruzione di un cyborg utilizzando parti organiche di uomini (in particolare il cervello), collegato ad un programma informatico contro la prevenzione del crimine.

La cavia per questo progetto sarà il poliziotto Alex Murphy (interpetato da uno spettacolare Peter Weller), che viene dichiarato morto dopo essere stato letteralmente mutilato con dei potentissimi fucili dalla banda del più potente e pericoloso criminale della città, Clarence Boddicker (un Kurtwood Smith su livelli incredibilmente sorprendenti e geniale come cattivone del film). Ora Murphy è morto, non esiste più, è rimasto Robocop, il cui centro operativo è il cervello del povero poliziotto, l'unica parte del corpo che si è salvata dal tremendo assassinio. Robocop è risoluto e brutale, pian piano uccide tutti i criminali ed i narcotrafficanti della città quand'ecco che un giorno iniziano a tornargli i ricordi nella mente: ricorda di avere avuto un figlio, una moglie, inizia anche a ricordarsi che si chiamava Alex Murphy. Robocop scopre poi che Boddicker è protetto dal vice presidente della OCP, Dick Jones (grande il vecchio Ronny Cox in questo ruolo), una volta scoperto questo si reca da Jones per arrestarlo, ma il sistema che gli è stato impiantato gli impedisce di toccare gli uomini della OCP, quindi il vice presidente può scappare. Malridotto a causa dell'attacco dell'ED-209 (grande e grosso, ma parecchio stupidotto come robot) e dai suoi vecchi colleghi poliziotti per ordine di Jones, Robocop viene salvato dalla vecchia collega Anne Lewis (intepretata da Nancy Allen), che gli farà anche tornare in mente tutti i vecchi ricordi e tornerà di nuovo a chiamarlo Murphy.

L'ultima parte del film è ultraspettacolare: Robocop/Murphy e la Lewis si scontrano con la banda di Boddicker, uccidendoli uno ad uno tutti (consiglio a tutti di gustarsi la fine di Emil, quello sul van, prima finisce nei rifiuti tossici uscendone completamente deformato e poi viene praticamente tranciato a metà dalla macchina del suo boss in corsa). A Murphy non resta che dirigersi nel palazzo della OCP ed uccidere Jones, che ha preso in ostaggio il vecchio presidente e alla domanda di chi sia quello strano robot con il volto umano Robocop risponde di chiamarsi Murphy, per la prima volta dopo la sua morte e la sua resurrezione come macchina.

Film molto violento e crudo, lo sconsiglio altamente ai minori di 14 anni perché ci sono certe scene abbastanza orribili (forse la peggiore è il massacro di Murphy, ma anche il povero Kinney trivellato di colpi e l'Emil deforme che esce dalla cisterna di rifiuti sono quantomeno forti), ma assolutamente geniale nella sua comicità. Verhoeven è astuto nel cercare del comico in ogni situazione, anche la più sanguinosa, scadendo spesso nel grottesco, e oltre a far questo muove una pesante critica alla società americana. Il cinismo della peggiore specie pervade il film e tutti, dal più ricco al più povero, sono follemente mossi dalla ricerca del profitto; notare come per la realizzazione di Delta City, la bella faccia della medaglia della società americana, preda della più feroce criminalità e assolutamente incapace di fermare la maggior parte dei criminali, la OCP, un'organizzazione internazionale che va praticamente a sostituirsi all'ideale di Stato americano, non abbia scrupoli pur di realizzare il proprio obiettivo.

Se avete voglia di passare un'orettina e mezza circa di azione, sangue, cinismo e crudo sarcasmo beh "Robocop" è il film che fa per voi. Credetemi, una volta che lo avrete visto non smetterete più di riguardarlo da quanto è bello; da evitare sono, invece, i capitoli successivi, veramente di basso livello e forse anche più violenti di questo. Ma la violenza non basta se il film non lascia messaggi, cosa che avviene in "Robocop 2" e "3", privi di quel gusto di grottesco e di crudo che il regista di Amsterdam era riuscito a dare a questa gemma che splende tra i film di fantascienza. Film consigliatissimo a tutti, tranne ai bambini piccoli, con una piccola avvertenza: a causa del forte contenuto violento e all'acidissima critica alla società america può non piacere a tutti. Comunque un piccolo grande capolavoro, a questi livelli Verhoeven non arriverà mai più. Tra i primi 5 film di fantascienza di sempre, sicuramente.

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