Mr. Mike Patton. Un nome, una garanzia. Uno dei migliori virtuosi del canto rimasti in circolazione. Se non sapete chi sia Mike Patton, fatevi una sana cultura dei rimpiantissimi FAITH NO MORE, una delle migliori rock-alternative band fine anni '80, primi anni '90. Poi esplorate i progetti di Mike Patton dopo lo scioglimento della band: Mr. Bungle, Fantomas e Tomahawck. Infine approdate a questo ultimo album, suo progetto solista, PEEPING TOM (fine 2006).

Sarà come un tour alla scoperta di una mente diabolica. Dal metal al rap, dal rock al thrash, dalla samba al pop. Per molti Mike Patton è un emerito sconosciuto, per altri LA VOCE dell'alternative. Per molti Mike Patton è un egogentrico schizzoide, un narcisita ex-clown del metal, per altri un compositore geniale. Il fascino di Mike Patton stà in tutto questo. La sua doppia personalità, le sue espressioni artistiche "gianiche", riescono ad uscire dallo stereo di quasi tutte le sue canzoni con dirompente immediatezza. Intro (che ricorda volutamente quella di "The Golden Age of Grotesque" di M.Manson), ritmo tribale, sounds e voci melodiche dolcissime, e poi... quel ritornello che solo lui sa fare a devastare tutto ciò che la canzone era prima! Così si apre PEEPING TOM del nostro 39 enne cantante americano.

"FIVE SECONDS" è il pezzo perfetto per far capire chi sia Mike Patton a chi ancora non lo conosce, appena dentro l'uscio di casa. Un pezzo che sembra dire: "Eccomi, potrei vendere milioni di copie ma non mi interessa farlo per scelta". "PEEPING TOM" è stato atteso con sacro terrore dai sui fans per oltre 3 anni. Più volte Patton aveva rilasciato interviste in cui asseriva che stava lavorando ad un progetto "POP", con inviti ad artisti suoi amici. Non mi soffermo a decantare le doti dei famosi intervenuti: Norah Jones, Massive Attack, Kid Koala, &C. Anche perchè il contributo degli invitati è soprattutto esecutivo sui pezzi e non compositivo. I brani sono tutti frutto della mente di Patton. Quando i suoi "alternative fans" lessero "POP", molti cominciarono a prepare il cappio al tubo della doccia. Tutti tranquilli non è così. Patton non è cambiato e non si è venduto al bz. Il ragazzo è solo tremendamente furbo. Ha creato l'aspettativa di un album pop sapendo che avrebbe creato un nuovo genere, che non è pop/rock/hip-hop o chissà cosa, ma solo definibile come un album di Patton. La particolarità del disco infatti è che non esistono pezzi "tirati" e veloci come invece sua abitudine. Non aspettatevi dunque una nuova "Rape this Day" o "Surprise you're Dead". Ma per definirlo un album pop ci vuole una bella fantasia! Sicuramente il pop fa parte del background artistico di Patton. Molte sue melodie, fin dal tempo degli ulitmi album dei Faith No More, richiamano il genere un pò come si possa dire che nel cantato di Trent Reznor esiste un anima pop x intenderci. Ma l'album è tutt'altro che commerciale. Consiglio dopo aver sentito la traccia 1 di andare subito alla 11, l'ultima. A mio avviso il vero capolavoro dell'album, un pezzo assoluto!

"WE'RE NOT ALONE" (feat. Dub Trio) è senza dubbio una canzone favolosa. Alzarete subito il volume dopo l'attacco di batteria per sentire meglio quello strano cantato in falsetto sotto voce. Non sarà sufficiente e ri-alzerete di un ulteriore tacca la manopola del power. E come un lupo che esce dal buoio di una foresta ecco al minuto 0:36 BRAM! Come un interferenza di un'altra canzone metal e dura che entra con una violenza sorprendente. Un colpo di ascia di soli 2 secondi ma geniale, per poi tornare al lento precedente. Quindi il ritornello in perfetto stile "Faith No More" melodico ma urlato, con una bella chitarra rock sotto. Questo signori è Mike Patton. Ok, tornate pure alla traccia n.3.

"MOJO"è forse il pezzo più "radio friendly" dell'album ma scorre via molto bene. Un arpeggio orientaleggiante viene sovrastato da una chitarra semi distorta che prosegue a leggeri "stoppati" seguendo la batteria quadrata. Entrano dopo le testiere di sottofondo in stile Faith No More, e la voce sale poco alla volta fino al ritornello. "Roll it up and smoke it again, bottoms up and drink it again, fix it up and shoot it again", il testo è una presa in giro autoirnoica del clichè del metallaro. Sotto i giochi di hip-hop di "Dan the automator" riempiono la scena. Si chiude con un allegorico "ops I did again"... Ok, l'inizio è davvero promettente!

Il terzo pezzo "DON'T EVEN TRIP" vive sulla dicotomia tra la soave musica quasi lounge, con voce calda e romatica, e le parole del testo."I know that assholes grown on trees, but Im'here to trim the leaves". Eccolo qui il perchè Patton è così famoso in U.S.A. e U.K. ma semi sconosciuto alle grandi platee di non madre lingua. L'importanza dei testi è fondamentale nelle sue opere. Tutto gira intorno a frasi finite con parole completamente avulse dal testo ma messe dentro solo perchè fanno rima. Oppure testi seri e profondi spezzati da bestemmie. Il tutto con quella sua cazzo di pronuncia wasp e quello slang strettissimo, quasi incomprensibile, con le vocali un pò nasali e un pò aperte. Le tracce 4 e 5 purtroppo non lasciano molta traccia di sè. Scorrono via troppo "hip-hop" la prima, mentre l'attacco di "YOUR NEIGHBORHOOD SPACEMAN" è un chiaro omaggio a AIR e PORTISHEAD. Carine ma fredde.

Si arriva così alla bellissima "KILL THE D.J." con i Massive Attack. Il pezzo con più elettronica dell'album, ma anche il più "cattivo" e bastardo. Le atmosfere riportano molto a "Mezzanine", ma poi irrompe la voce acutissima di Patton che la trasforma in un pezzo quasi metal. Stupenda! La n.7 è il solito omaggio alla Samba ed al Brasile che Patton tanto ama. Pezzo solare ma vuoto.

La n.7 "CELEBRITY DEATH MATCH" fa sperare bene all'inizio con Kid Koala che canta insieme a Patton, per poi perdersi però nella banalità. La n.9 è un evetabile riempitivo. La 10, "SUCKER" è quella tutti attendono perchè con Norah Jones. Ma risulta deludente anch'essa.

Nel complesso un album con 4 ottimi pezzi e 1 capolavoro su 11 tracce, passa con merito l'ampia sufficienza. Però dopo tanta attesa ci si poteva aspettare di meglio. L'album và "masticato". Al primo ascolto risulterà incomprensibileper i neofiti "pattoniani".

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