Tra le mie ultime notti scelgo questa.

Tra canzoni per uomini di quattro anni, che vendono cara la pelle al sole. Rossi, per una serenata non serena o una ballata che che cazzo ci sto a fare qua.

Marinai di quattro giorni, che hanno rotto le acque e gli indugi e devono fare presto, che nel giro di seicento giorni massimo già si deve parlare.

Milleduecento giorni per tornare utili alla causa. O diventare ciucci, in quel paese dove neanche io voglio vivere più.

C’è una cosa che li tiene insieme, però, i ciucci e i marinai: jam’ avànt, jam arrét.

Un andirivieni con un diario di bordo che qualcuno scriverà e qualcuno no. E meno male che tu l’hai scritto.

Peppino Voltarelli, per me il più piccolo cantautore italiano del nuovo millennio. Ed è meglio così. Alla statura fisica da nano col cuore vicino al buco del culo, ne corrisponde una morale ed artistica che già lui potrebbe leccarsi i baffi da solo.

Mediterraneo e andìno. Senza canzone e un po’ croupier. Anche per questa volta i giochi sono fatti.

Torna presto Peppì. Ma non qui.

 

n.d.r. - Ecco, ho castrato una mia recensione.

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