Sarò breve:
Prima i CCCP avevano un certo gusto per la provocazione e la follia che rendeva la loro pochezza musicale passabile e intrigante: molto utili nei barbarici anni ottanta.
Dopo i C.S.I, gran passione per le sigle a la fiction americana, sono diventati quell'aborto pretenzioso dove il funereo canto di un tipo magro da far schifo ripeteva la medesima nenia sulla stessa nota fino alla morte dell'ascoltatore...
Messaggi umani e messaggi politici magari di qualche qualità, ma altresì testi pretenziosi e iettatori. come il canto del suddetto Biafra, con tutto il rispetto per il popolo menzionato.

Ora questi P.G.R., già la scelta del nome giustificherebbe un sonoro: "Avete rotto gi zebedei... ", ma torme di giovani "alterna" dal cane sempre pronto alla sfida, la pula alle calcagna e il libro di poesie in saccoccia, per far vedere che sono colti, li hanno accettati quali ottimi "poeti" del contemporaneo caos.

Quì l'urlo, sicuramente più articolato e fantasioso della nenia di quello magro, si fa d'obbligo e tra i due accordi di rigore e i testi che più pretenziosi non si può, ecco erutta un: "Basta." netto e conciso.

Elenco tracce e video

01   Alla pietra (9 luglio 2003) (06:20)

02   Casi difficili (07:29)

03   Divenire (05:02)

04   Orfani e vedove (04:51)

05   Tu e io (04:07)

06   I miei nonni (06:32)

07   Io e te (04:42)

08   Cavalli e cavalle (04:34)

09   S'ostina (05:09)

10   P.G.G.G.R. (04:52)

11   Si può (04:15)

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Altre recensioni

Di  vanamente

 “Neanche a pensarci. Ed eccoli tornati ai suoni crudi, alle chitarre urlanti, alla batteria in primo piano e a Giovanni Lindo Ferretti che finalmente torna a cantare.”

 “Vale più un cuore puro e un cazzo dritto d’ogni pensiero debole----anima dolce che stai tra i cottonfiock metti i piedi per terra sentirai che elettroschock----sia almeno sano scopare, umano atto animale.”


Di  STIPE

 Molti testi dell'album fanno riflettere sulla vita e sul nostro operato.

 Con quest'album i PGR hanno scritto un qualcosa di importante, di immenso.