La prima volta che sentii questo disco mi sembrò di essere Luke Skywalker nel primo episodio della saga di Guerre stellari che, in compagnia di Obi-Wan Kenobi, entra nella cantina di Mos Esley a Tatooine per cercare Han Solo. Appena entrano c'è quella super mega band figa di alieni capoccioni che suonano (scapocciando) una specie di funk-jazz stralunato e spassoso. Poi Han Solo fa fuori quello e...
Amici miei, il disco che mi appresto a raccontarvi è uno degli esempi più geniali e schizzati di quel futuristico ed eclettico movimento/genere musicale denominato Nu-jazz. Il gruppo in questione, proveniente da Londra, è tra le band di punta del genere, e nel 2003 ha rilasciato questa perla, Necessary Measures, prodotta dall'etichetta leader di questa musica: la “Ninja-Tune”, famosa tra l'altro per aver prodotto anche il capolavoro (secondo chi scrive) di Amon Tobin, "Supermodified".

Una fiera di suoni, colori, ambientazioni e ritmi. Il tutto suddiviso in 10 tracce per la durata di cinquanta minuti; si parte con "Chicken Spit", giocosa e divertente e si salta a "Duke Kerb Crawler", funky e hip-hop, in cui sono sicuro che The Game si troverebbe veramente a suo agio a costruirci sopra delle rime. Neanche il tempo di pensare e subito scatta la sognante "Jefferson Shuffle", con un intramezzo particolare, folkloristico quasi. "Heard Your Bird Moved In" e "Slap On Tap" sono le mie preferite! Tra scratchate, violoncelli, tromboni e campionamenti ci sembra di essere alla giostra del surrealismo, dove tutto è malato e alterato ma posato sistematicamente al suo posto. Non da meno la parte finale di questo fantastico disco, costruita da un movimentato susseguirsi di atmosfere differenti: accese e frenetiche quando i musicisti danno sfoggio di tutte le loro idee, passionali e rilassate quando decidono di mollare un po’ la corda e suonare più tranquilli, disposti a farci viaggiare.

Acid-jazz, trip-hop, funky, rappate a caso, elettronica da dance-floor, drum’n’bass... Il tutto eseguito da delle sottospecie di androidi in giacca e cravatta. Perchè si, i Pest saranno tecnologici e avanguardisti, ma con un retrogusto chic e raffinato. I suoni sono ricercati, freschi e le composizioni ricche di spunti e creatività. Durante l'ascolto ci spunta dentro una curiosità assurda nell'aspettare e nell'indovinare chissà quali trucchi spuntano fuori dal capello di questi pazzi. Quest'album è un piatto prelibato, appetitoso, preparato da degli chef straordinari, strapieno di ingredienti che lo rendono esplosivo. Procuratevelo e cibatevene più che potete; se non avete barriere negli ascolti questo è il disco che fa per voi, senza dubbio.

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