Ci sono giorni in cui non si vorrebbe più uscire dal letto ma tornare sotto le coperte e riprendere il sogno interrotto, magari cambiando il finale così da non deludere le nostre aspettative più o meno conscie.
Per me ascoltare un disco come "The Troubled Sleep Of Piano Magic " significa esattamente questo nel linguaggio di cui è fatto il mio vocabolario emozionale. Come sempre poi andare a dare le coordinate musicali risulta a mio giudizio una forzatura che rischia di banalizzare il soggetto ingabbiandolo all'interno di un rigida griglia che inevitabilmente finisce per condizionare le nostre attese e il nostro giudizio.
A pelle posso dire che mi ricordano per sensibilità e leggerezza le migliori produzioni del catalogo 4AD, le sonorità new-wave di certi mai dimenticati Cure, reminescenze di quella seminale band a nome My Bloody Valentine. Particolare l'uso di semplici linee di synth che donano alle composizioni quella pastosità e quella dimensione onirica, ingredienti fondamentali per la musica dei Piano Magic.
La band londinese ruota intorno alla figura di Glen Johnson vero e proprio ispiratore del progetto musicale. Dal 1996, anno di uscita dei primi lavori, si sono susseguite diverse line-up e il gruppo ha conosciuto momenti artisticamente diversi uniti tra loro da un comune romanticismo che traspare nitidamente. Ascoltando la musica dei Piano Magic si rimane affascinati dalle atmosfere eteree e malinconiche, dallo spleen che pervade le loro song.
Mi viene in mente il titolo di un romanzo di Kawabata Yasunari "Bellezza e tristezza". Forse nel titolo di questo romanzo ci sono le chiavi per entrare nel mondo del piano e coglierne la magia.
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